L’applicazione del telerilevamento multispettrale da drone nell’ambito della ricerca archeologica rappresenta un’innovativa e promettente opportunità per la rapida identificazione su vaste estensioni di un numero consistente di evidenze archeologiche sepolte. L’utilizzo di camere multispettrali consente infatti di registrare la risposta spettrale delle piante in diverse bande dello spettro elettromagnetico ed elaborando le immagini mediante l’uso degli indici di vegetazione è possibile identificare le mi- nime variazioni nelle condizioni fisiologiche delle piante prodotte da resti sepolti e invisibili all’occhio umano. L’applicazione di questa tecnica a partire dal 2017 – e dal 2020 nell’ambito delle ricerche dell’Insegnamento di Civiltà dell’Ita- lia preromana ed Etruscologia della Sapienza Università di Roma – presso l’area urbana di Veio, ed in particolare nella porzione nordoccidentale del plateau corrispondente al toponimo di Campetti, ha dimostrato come sia possibile identificare una notevole quantità di cropmark. L’integrazione dei dati ottenuti tramite questa metodologia con quelli provenienti dal riesame degli scavi e ricerche pregresse, il cui studio è attualmente in corso mediante ricerche d’archivio, ha permesso di arricchire significativamente e approfondire la conoscenza e la comprensione dello sviluppo del paesaggio urbano in un'ampia porzione della città antica.
From top to bottom. Multispectral Remote Sensing and Data Integration to Rediscover Veii
Marco Pacifici
;Filippo Materazzi
;
2024-01-01
Abstract
L’applicazione del telerilevamento multispettrale da drone nell’ambito della ricerca archeologica rappresenta un’innovativa e promettente opportunità per la rapida identificazione su vaste estensioni di un numero consistente di evidenze archeologiche sepolte. L’utilizzo di camere multispettrali consente infatti di registrare la risposta spettrale delle piante in diverse bande dello spettro elettromagnetico ed elaborando le immagini mediante l’uso degli indici di vegetazione è possibile identificare le mi- nime variazioni nelle condizioni fisiologiche delle piante prodotte da resti sepolti e invisibili all’occhio umano. L’applicazione di questa tecnica a partire dal 2017 – e dal 2020 nell’ambito delle ricerche dell’Insegnamento di Civiltà dell’Ita- lia preromana ed Etruscologia della Sapienza Università di Roma – presso l’area urbana di Veio, ed in particolare nella porzione nordoccidentale del plateau corrispondente al toponimo di Campetti, ha dimostrato come sia possibile identificare una notevole quantità di cropmark. L’integrazione dei dati ottenuti tramite questa metodologia con quelli provenienti dal riesame degli scavi e ricerche pregresse, il cui studio è attualmente in corso mediante ricerche d’archivio, ha permesso di arricchire significativamente e approfondire la conoscenza e la comprensione dello sviluppo del paesaggio urbano in un'ampia porzione della città antica.File | Dimensione | Formato | |
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