Francesco da Sangallo: un nome per due scultori

This is the first account of Francesco di Vincenzo Baccelli da Sangallo, hitherto confused with the better-known Francesco di Giuliano Giamberti da Sangallo. This gives coherent form to the latter’s style and biography, ridding his oeuvre of the traditional and incorrect attributions of earlier scholarship, which belong instead to the partly homonymous artist: three narrative scenes from the marble revetment of the Holy House of Loreto, some small putti from the same decorative project, and – in all likelihood – some elements of the interior of the New Sacristy in San Lorenzo, Florence. The article seeks to clarify Baccelli’s evolution during the 1520s in Rome, Florence and the Tyrrhenian coast, in the shadow of Michelangelo, in contact with the workshop of Bartolomé Ordóñez in Versilia, and subsequently within the circle of Niccolò Tribolo and Raffaello da Montelupo, with whom he had collaborated professionally in Loreto.

Il contributo recupera per la prima volta la figura anagrafica di Francesco di Vincenzo Baccelli da Sangallo, confuso fino ad oggi col meglio noto Francesco di Giuliano Giamberti da Sangallo. Ciò consente di restituire coerenza stilistica e biografica all’attività di quest’ultimo, emendando dal suo catalogo quanto impropriamente riferitogli dalla tradizione critica e spettante invece al suo omonimo: tre scene narrative del rivestimento marmoreo della Santa Casa di Loreto e alcuni puttini dello stesso complesso decorativo, oltre verosimilmente alcuni interventi all’interno della Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze. L’intervento punta a chiarire la formazione del Baccelli compiutasi nel corso degli anni Venti tra Roma, Firenze e la costa tirrenica, all’ombra di Michelangelo, a contatto con la bottega versiliese di Ordòňez, e successivamente nell’orbita di Niccolò Tribolo e Raffaello da Montelupo, con i quali, appunto a Loreto, era entrato in società.