The Goddess of Nature (1528-1529, Fontainebleau, Château) reveals Tribolo’s talent for ornament. This develops an idea that can be attributed to Giulio Romano, and also reflects awareness of the grotesque incrustations of Giovanni da Udine and the drilled marble work of the Sienese artists Angelo and Lorenzo Marrina. To these experiences Tribolo added his study of Silvio Cosini on the walls of the New Sacristy in San Lorenzo, and the Florentine works of Michelangelo and Andrea del Sarto. There is also an echo of his sojourn on the Tuscan coasts, repeated several times between 1525 and 1528, which had drawn him into the circle of Andrea Sansovino and the Hispanophile artists linked with Ordóñez. This is precisely when he worked alongside Stagio Stagi, who had recently been active in the workshop of Pandolfo Fancelli, a significant collaborator of the Spanish master. This connection appears to have led to Tribolo’s work on the transept altars of Pisa Cathedral (dedicated to Saints George, John and Francis, and Mary and Clement), as well as his acquaintance with a Francesco di Vincenti da Firenze, perhaps identifiable with Francesco di Vincenzo da Sangallo.

La Dea della Natura (Fontainebleau, Castello, 1528-1529) rivela la competenza ornamentale di Tribolo. Essa sviluppa un’idea riferibile a Giulio Romano (Vienna Albertina, 43033r), denunciando anche la conoscenza delle incrostazioni grottesche di Giovanni da Udine e dei marmi traforati dei senesi Angelo e Lorenzo Marrina. A queste esperienze Tribolo stratifica lo studio condotto su Silvio Cosini nelle pareti della Sagrestia Nuova di San Lorenzo, e sulle opere fiorentine di Michelangelo e Andrea del Sarto. A ciò si aggiunge l’eco del suo soggiorno tirrenico, più volte reiterato tra il 1525 e il 1528, che lo aveva condotto a frequentare gli ambienti sansovineschi e filospagnoli legati ad Ordόñez. Proprio a questo momento risale il suo legame con Stagio Stagi, reduce da una militanza nella bottega di Pandolfo Fancelli, storico collaboratore del maestro spagnolo. Esito di questa contiguità sarebbe stato il contributo di Tribolo per gli altari del transetto della cattedrale pisana dei Santi Giorgio, Giovanni e Francesco e dei Santi Maria e Clemente, nonché la conoscenza con Francesco di Vincenti da Firenze, forse identificabile in Francesco di Vincenzo da Sangallo, che nel 1530 avrebbe stretto un sodalizio con Tribolo e Raffaello da Montelupo, fresco della sua esperienza versiliese, per i rilievi lauretani della Santa Casa.

Niccolò Tribolo lungo le coste della Versilia

Giannotti A
2014-01-01

Abstract

The Goddess of Nature (1528-1529, Fontainebleau, Château) reveals Tribolo’s talent for ornament. This develops an idea that can be attributed to Giulio Romano, and also reflects awareness of the grotesque incrustations of Giovanni da Udine and the drilled marble work of the Sienese artists Angelo and Lorenzo Marrina. To these experiences Tribolo added his study of Silvio Cosini on the walls of the New Sacristy in San Lorenzo, and the Florentine works of Michelangelo and Andrea del Sarto. There is also an echo of his sojourn on the Tuscan coasts, repeated several times between 1525 and 1528, which had drawn him into the circle of Andrea Sansovino and the Hispanophile artists linked with Ordóñez. This is precisely when he worked alongside Stagio Stagi, who had recently been active in the workshop of Pandolfo Fancelli, a significant collaborator of the Spanish master. This connection appears to have led to Tribolo’s work on the transept altars of Pisa Cathedral (dedicated to Saints George, John and Francis, and Mary and Clement), as well as his acquaintance with a Francesco di Vincenti da Firenze, perhaps identifiable with Francesco di Vincenzo da Sangallo.
2014
La Dea della Natura (Fontainebleau, Castello, 1528-1529) rivela la competenza ornamentale di Tribolo. Essa sviluppa un’idea riferibile a Giulio Romano (Vienna Albertina, 43033r), denunciando anche la conoscenza delle incrostazioni grottesche di Giovanni da Udine e dei marmi traforati dei senesi Angelo e Lorenzo Marrina. A queste esperienze Tribolo stratifica lo studio condotto su Silvio Cosini nelle pareti della Sagrestia Nuova di San Lorenzo, e sulle opere fiorentine di Michelangelo e Andrea del Sarto. A ciò si aggiunge l’eco del suo soggiorno tirrenico, più volte reiterato tra il 1525 e il 1528, che lo aveva condotto a frequentare gli ambienti sansovineschi e filospagnoli legati ad Ordόñez. Proprio a questo momento risale il suo legame con Stagio Stagi, reduce da una militanza nella bottega di Pandolfo Fancelli, storico collaboratore del maestro spagnolo. Esito di questa contiguità sarebbe stato il contributo di Tribolo per gli altari del transetto della cattedrale pisana dei Santi Giorgio, Giovanni e Francesco e dei Santi Maria e Clemente, nonché la conoscenza con Francesco di Vincenti da Firenze, forse identificabile in Francesco di Vincenzo da Sangallo, che nel 1530 avrebbe stretto un sodalizio con Tribolo e Raffaello da Montelupo, fresco della sua esperienza versiliese, per i rilievi lauretani della Santa Casa.
Scultura XVI secolo
Versilia
Pisa
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