La prima cattedra di lingua toscana d’Italia, istituita nel 1588 nello Studio senese dal Granduca di Toscana per rispondere alle esigenze dei numerosi studenti tedeschi, fu assegnata a Diomede Borghesi, che tenne i propri corsi dal 1589, anno di un’importante riforma dell’Ateneo, fino alla morte, avvenuta nel 1598. Ci restano alcune orazioni accademiche del Borghesi e, soprattutto, gli appunti autografi delle sue stesse lezioni: possiamo perciò ricostruire diversi particolari di questo primo insegnamento di «Tosca favella». Borghesi si mostra sempre molto ossequioso nei confronti dei propri uditori e quindi dei tedeschi in primis, ma fa discorsi di taglio specialistico, con frequentissime citazioni, innumerevoli distinguo e continue postille e critiche a Bembo, Ruscelli e ad altri trattatisti. Figura quasi antitetica appare quella di uno scolaro del Borghesi, Girolamo Buoninsegni, uno dei lettori coadiutori attivi a Siena nel primo quarto del XVII secolo, forse il più benvoluto dalla «Nazione Alemanna». Di Buoninsegni, oltre a due orazioni accademiche, abbiamo a stampa I Primi principi della grammatica toscana, del 1618, dedicati agli studenti tedeschi e frutto di una lunga esperienza d’insegnamento rivolto proprio a loro. L’autore appare pragmatico, attento alla gradualità, consapevole del ruolo dei maestri ma anche dell’importanza dell’uso quotidiano della lingua con la gente e, viceversa, esprime diffidenza verso le troppe «regole [...] con molti capi, e con infinite eccezzioni».

Diomede Borghesi e Girolamo Buoninsegni lettori di lingua toscana a Siena

MATTARUCCO G
2019-01-01

Abstract

La prima cattedra di lingua toscana d’Italia, istituita nel 1588 nello Studio senese dal Granduca di Toscana per rispondere alle esigenze dei numerosi studenti tedeschi, fu assegnata a Diomede Borghesi, che tenne i propri corsi dal 1589, anno di un’importante riforma dell’Ateneo, fino alla morte, avvenuta nel 1598. Ci restano alcune orazioni accademiche del Borghesi e, soprattutto, gli appunti autografi delle sue stesse lezioni: possiamo perciò ricostruire diversi particolari di questo primo insegnamento di «Tosca favella». Borghesi si mostra sempre molto ossequioso nei confronti dei propri uditori e quindi dei tedeschi in primis, ma fa discorsi di taglio specialistico, con frequentissime citazioni, innumerevoli distinguo e continue postille e critiche a Bembo, Ruscelli e ad altri trattatisti. Figura quasi antitetica appare quella di uno scolaro del Borghesi, Girolamo Buoninsegni, uno dei lettori coadiutori attivi a Siena nel primo quarto del XVII secolo, forse il più benvoluto dalla «Nazione Alemanna». Di Buoninsegni, oltre a due orazioni accademiche, abbiamo a stampa I Primi principi della grammatica toscana, del 1618, dedicati agli studenti tedeschi e frutto di una lunga esperienza d’insegnamento rivolto proprio a loro. L’autore appare pragmatico, attento alla gradualità, consapevole del ruolo dei maestri ma anche dell’importanza dell’uso quotidiano della lingua con la gente e, viceversa, esprime diffidenza verso le troppe «regole [...] con molti capi, e con infinite eccezzioni».
2019
Storia dell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda
XVI-XVII secolo
Storia dell’Università di Siena
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