Nel momento in cui il Paradiso monacale appare a stampa (1643) dopo una lunga circolazione manoscritta, la veneziana Arcangela Tarabotti (1604-1652) è una scrittrice che ha già ordito la trama della sua presenza intellettuale attraverso un appassionato esercizio letterario che – nonostante la formazione da autodidatta connessa alla sua condizione monacale – non le ha precluso la conoscenza di testi sacri e testi classici antichi e moderni. Il saggio ripercorre dunque il Paradiso – terzo atto di una trilogia sulla condizione delle religiose e sulla diffusa pratica della monacazione forzata, di cui fanno parte la Tirannia paterna e l’Inferno monacale – individuando una rete di riferimenti intertestuali interessante non solo in relazione alla quantità (complessivamente intorno alle cinquecento unità) ma anche alle modalità di utilizzo delle fonti, con un rapporto tra religiose e profane che si può riassumere in due terzi di citazioni dalle Sacre Scritture, dalle vite di santi e dalle opere dei Padri della Chiesa e un terzo da opere della classicità greca e latina e della tradizione in volgare italiana.

«Priva di ogni cognizion di lettere». Citazioni sacre e profane nel Paradiso monacale (1643) di Arcangela Tarabotti

SPERA Lucinda
2020-01-01

Abstract

Nel momento in cui il Paradiso monacale appare a stampa (1643) dopo una lunga circolazione manoscritta, la veneziana Arcangela Tarabotti (1604-1652) è una scrittrice che ha già ordito la trama della sua presenza intellettuale attraverso un appassionato esercizio letterario che – nonostante la formazione da autodidatta connessa alla sua condizione monacale – non le ha precluso la conoscenza di testi sacri e testi classici antichi e moderni. Il saggio ripercorre dunque il Paradiso – terzo atto di una trilogia sulla condizione delle religiose e sulla diffusa pratica della monacazione forzata, di cui fanno parte la Tirannia paterna e l’Inferno monacale – individuando una rete di riferimenti intertestuali interessante non solo in relazione alla quantità (complessivamente intorno alle cinquecento unità) ma anche alle modalità di utilizzo delle fonti, con un rapporto tra religiose e profane che si può riassumere in due terzi di citazioni dalle Sacre Scritture, dalle vite di santi e dalle opere dei Padri della Chiesa e un terzo da opere della classicità greca e latina e della tradizione in volgare italiana.
2020
Seicento
scrittrici
intertestualità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14091/3851
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