Nel presente contributo viene avanzata una nuova proposta di edizione e commento di due sonetti anonimi contenuti nel Manoscritto Chigiano L.VIII.305 entrambi ascrivibili al genere del vituperium in vetulam, di cui possono essere rilevati numerosi elementi e motivi topici. La figura della vecchia viene in effetti presentata, tanto nel sonetto di proposta, quanto nella risposta, come una sorta di mostrum, un personaggio spregevole e dalle abilità sovrumane e quasi stregonesche; essa costituisce una minaccia più che concreta per il poeta, oltre che un ostacolo alla sua aspirazione ‘amorosa’, e per questo, come da tradizione del genere, le vengono augurate le più atroci sofferenze. Quello della breve tenzone qui presa in esame, ad ogni modo, rappresenta un caso particolarmente interessante non solo dal punto di vista tematico ma anche, e soprattutto, da quello metrico e linguistico: essa presenta, in effetti, numerosi esempi di quello che potrebbe essere definito come il lessico specifico della vituperatio vetulae dal quale si originano anche alcune serie rimiche ricorrenti, presenti addirittura a distanza di secoli, tanto che sembra lecito chiedersi se quello costituisse un modello ormai “canonizzato” relativo al genere o se tale lessico si riproducesse semplicemente in modo poligenetico in corrispondenza di descrizioni espressamente ingiuriose e degradanti del personaggio della vecchia.

In vetulam: due sonetti anonimi dal Ms. Chigiano L.VIII.305

Viola Nardi
2023-01-01

Abstract

Nel presente contributo viene avanzata una nuova proposta di edizione e commento di due sonetti anonimi contenuti nel Manoscritto Chigiano L.VIII.305 entrambi ascrivibili al genere del vituperium in vetulam, di cui possono essere rilevati numerosi elementi e motivi topici. La figura della vecchia viene in effetti presentata, tanto nel sonetto di proposta, quanto nella risposta, come una sorta di mostrum, un personaggio spregevole e dalle abilità sovrumane e quasi stregonesche; essa costituisce una minaccia più che concreta per il poeta, oltre che un ostacolo alla sua aspirazione ‘amorosa’, e per questo, come da tradizione del genere, le vengono augurate le più atroci sofferenze. Quello della breve tenzone qui presa in esame, ad ogni modo, rappresenta un caso particolarmente interessante non solo dal punto di vista tematico ma anche, e soprattutto, da quello metrico e linguistico: essa presenta, in effetti, numerosi esempi di quello che potrebbe essere definito come il lessico specifico della vituperatio vetulae dal quale si originano anche alcune serie rimiche ricorrenti, presenti addirittura a distanza di secoli, tanto che sembra lecito chiedersi se quello costituisse un modello ormai “canonizzato” relativo al genere o se tale lessico si riproducesse semplicemente in modo poligenetico in corrispondenza di descrizioni espressamente ingiuriose e degradanti del personaggio della vecchia.
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