Il saggio ricostruisce storia, evoluzioni semantiche e trattamento lessicografico dei termini anarchico (/anarchista) prima aggettivo e poi sostantivo, e della base anarchia (/anarchismo). Sebbene il movimento anarchico abbia avuto un importante sviluppo nell'intera Europa a partire dalla seconda metà del XIX secolo, sia il termine anarchia (proveniente dal greco e poi diffusosi in varie lingue europee per tramite del latino) sia il derivato anarchico hanno avuto una diffusione europea precedente all'Ottocento. In particolare, in volgari italiani le forme sono attestate già dai primi decenni del Seicento, probabilmente sulla scorta di usi analoghi in inglese e francese. Non a caso le prime attestazioni del termine anarchia in prodotti lessicografici si rintracciano nei dizionari bilingui di Florio per l'inglese (1598 e 1611) e Duez per il francese (1602). Nella parte centrale del saggio si dà conto proprio del trattamento di questi termini in prodotti lessicografici dal Settecento a oggi. Assenti nelle prime quattro impressioni del Vocabolario della Crusca, le forme esaminate hanno poi una vitalità in ambito lessicografico a partire dalla metà del XVIII secolo (anarchia è lemmatizzata da Bergantini nel 1745 e dalla Crusca napoletana nel 1748; anarchico nelle opere di Alberti di Villanuova a fine secolo). In questo periodo, e ancora fino alla prima metà del XX secolo, questi lemmi sono trattati generalmente come tecnicismi della politica. Come tali vanno poi specificando il proprio significato tra fine Settecento e inizio Ottocento sia per l'uso che se ne fa per definire una fazione dei rivoluzionari francesi, sia per la nascita dei primi movimenti anarchici in molti Paesi europei. Per questa ragione, come è prevedibile, anarchia/anarchismo e anarchico/anarchista sono ben attestati nei dizionari ottocenteschi, pur conservando in generale un significato esclusivamente tecnico, dunque una marca diafasica, riproposta inerzialmente dai lessicografi otto-novecenteschi. L'esame del trattamento giornalistico di queste parole, svolto nell'ultima parte del contributo, permette invece di osservare come un'accezione di significato usuale nella prosa giornalistica novecentesca (e in parte anche contemporanea), quella che vuole gli anarchici come 'terroristi violenti e protagonisti di numerosi attentati', venga generalmente ignorata sia nei lessici tecnici sia nei dizionari dell'uso novecenteschi e contemporanei. Al termine della ricognizione semantica e lessicografica, il saggio propone dunque un ripensamento delle definizioni di anarchia e anarchico in prodotti lessicografici contemporanei, e l'assunzione di questo significato ben diffuso in ambito giornalistico e, da qui, nell'italiano comune.

"Anarchia" e "Anarchico". Un'idea crimine? Un nome delitto?

Eugenio Salvatore
2024-01-01

Abstract

Il saggio ricostruisce storia, evoluzioni semantiche e trattamento lessicografico dei termini anarchico (/anarchista) prima aggettivo e poi sostantivo, e della base anarchia (/anarchismo). Sebbene il movimento anarchico abbia avuto un importante sviluppo nell'intera Europa a partire dalla seconda metà del XIX secolo, sia il termine anarchia (proveniente dal greco e poi diffusosi in varie lingue europee per tramite del latino) sia il derivato anarchico hanno avuto una diffusione europea precedente all'Ottocento. In particolare, in volgari italiani le forme sono attestate già dai primi decenni del Seicento, probabilmente sulla scorta di usi analoghi in inglese e francese. Non a caso le prime attestazioni del termine anarchia in prodotti lessicografici si rintracciano nei dizionari bilingui di Florio per l'inglese (1598 e 1611) e Duez per il francese (1602). Nella parte centrale del saggio si dà conto proprio del trattamento di questi termini in prodotti lessicografici dal Settecento a oggi. Assenti nelle prime quattro impressioni del Vocabolario della Crusca, le forme esaminate hanno poi una vitalità in ambito lessicografico a partire dalla metà del XVIII secolo (anarchia è lemmatizzata da Bergantini nel 1745 e dalla Crusca napoletana nel 1748; anarchico nelle opere di Alberti di Villanuova a fine secolo). In questo periodo, e ancora fino alla prima metà del XX secolo, questi lemmi sono trattati generalmente come tecnicismi della politica. Come tali vanno poi specificando il proprio significato tra fine Settecento e inizio Ottocento sia per l'uso che se ne fa per definire una fazione dei rivoluzionari francesi, sia per la nascita dei primi movimenti anarchici in molti Paesi europei. Per questa ragione, come è prevedibile, anarchia/anarchismo e anarchico/anarchista sono ben attestati nei dizionari ottocenteschi, pur conservando in generale un significato esclusivamente tecnico, dunque una marca diafasica, riproposta inerzialmente dai lessicografi otto-novecenteschi. L'esame del trattamento giornalistico di queste parole, svolto nell'ultima parte del contributo, permette invece di osservare come un'accezione di significato usuale nella prosa giornalistica novecentesca (e in parte anche contemporanea), quella che vuole gli anarchici come 'terroristi violenti e protagonisti di numerosi attentati', venga generalmente ignorata sia nei lessici tecnici sia nei dizionari dell'uso novecenteschi e contemporanei. Al termine della ricognizione semantica e lessicografica, il saggio propone dunque un ripensamento delle definizioni di anarchia e anarchico in prodotti lessicografici contemporanei, e l'assunzione di questo significato ben diffuso in ambito giornalistico e, da qui, nell'italiano comune.
2024
anarchico
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
SALVATORE_ANARCHICO_2024.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 759.8 kB
Formato Adobe PDF
759.8 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14091/14581
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
social impact