The essay examines the figure of a scholar who has represented, since the early 1970s, a turning point in the language teaching of Italian to foreigners: Katerin Katerinov. Famous for his manuals, which have renewed Italian manuals putting them in tune with the predominant approaches at an international level, the figure of Katerinov is a testimony of the more general dynamics that have characterized Italian language teaching. Foreigner, he studied at the University of Rome La Sapienza becoming an assistant to the chair of philology. In this context he shares a perspective of reform of language teaching studies, first of all confronting himself with Tullio De Mauro, who in the second half of the 1960s began to take an interest in questions of educational linguistics. Having moved to Perugia, Katerinov clearly has the need to renew the methodological framework of Italian language teaching. He writes innovative teaching manuals for those times first of all because they try to overcome the double limit constituted on the one hand by the uncontrolled eclecticism of theoretical references, and on the other by the pure reference to the experience of the individual teacher. Thus began the drive for Italian language teaching to re-establish language teaching practices by basing them on solid frameworks of reference: this does not mean eliminating the need for mediation that leads to eclecticism in theoretical references or the individual sensitivities of teachers. Instead, it means opening language teaching to international perspectives; in this way, the figure of the scholar assumes considerable importance for putting Italian language teaching in tune with the methodological perspectives that are proposed above all by the Council of Europe. Looking at the theoretical foundations of language teaching lead the scholar not only to produce concrete teaching tools, but also to start important scientific research works, among which the start of the frequency lexicon of spoken Italian stands out, which, together with the LIP by De Mauro, in the early nineties represents the first statistically based research on spoken Italian. The reconstruction of the figure of the scholar then becomes the occasion for a more general analysis of important turning points in the history of Italian language teaching.

Il saggio esamina la figura di uno studioso che ha rappresentato, a partire dagli inizi degli anni Settanta, una svolta nella glottodidattica dell’italiano agli stranieri: Katerin Katerinov. Famoso per i suoi manuali, che hanno rinnovato la manualistica italiana ponendola in sintonia con gli approcci predominanti a livello internazionale, la figura di Katerinov è una testimonianza delle dinamiche più generali che hanno caratterizzato la glottodidattica italiana. Straniero, studia all’Università di Roma La Sapienza diventando assistente della cattedra di filologia. In tale ambito condivide una prospettiva di riforma degli studi di didattica linguistica, innanzitutto confrontandosi con Tullio De Mauro, che proprio nella seconda metà degli anni Sessanta inizia a interessarsi delle questioni di linguistica educativa. Trasferitosi a Perugia, Katerinov ha chiara la necessità del rinnovamento del quadro metodologico del-la glottodidattica italiana. Scrive manuali didattici innovativi per quei tempi innanzitutto perché tentano di superare il doppio limite costituito da un lato dall’eclettismo incontrollato dei riferimenti teorici, e dall’altro dal puro riferimento all’esperienza del singolo docente. Inizia così per la glottodidattica ita-liana la spinta a rifondare le pratiche di insegnamento linguistico innanzitutto basandole su solidi quadri di riferimento: ciò non significa eliminare la necessità della mediazione che porta all’eclettismo nei riferimenti teorici o le sensibilità individuali dei docenti. Significa, invece, aprire la glottodidattica alle prospettive internazionali; in tal modo la figura dello studioso assume una importanza notevole per mettere in sintonia la glottodidattica italiana con le prospettive metodologiche che sono proposte soprattutto dal Consiglio d’Europa. Lo sguardo rivolto ai fondamenti teoretici dell’insegnamento linguistico portano lo studioso non solo a produrre concreti strumenti didattici, ma anche a iniziare importanti opere di ricerca scientifica, fra le quali spicca l’avvio del lessico di frequenza del parlato, che, insieme al LIP di De Mauro, rappresenta agli inizi degli anni Novanta il primo lavoro su base statisticamente fondata sull’italiano parlato. La ricostruzione della figura dello studioso diventa, allora, l’occasione per una più generale analisi di importanti momenti di svolta nella storia della glottodidattica italiana.

Vedovelli M., 2018, Katerin Katerinov, Perugia (e Siena) e l'italiano: una prospettiva internazionale.

Vedovelli M
2018-01-01

Abstract

The essay examines the figure of a scholar who has represented, since the early 1970s, a turning point in the language teaching of Italian to foreigners: Katerin Katerinov. Famous for his manuals, which have renewed Italian manuals putting them in tune with the predominant approaches at an international level, the figure of Katerinov is a testimony of the more general dynamics that have characterized Italian language teaching. Foreigner, he studied at the University of Rome La Sapienza becoming an assistant to the chair of philology. In this context he shares a perspective of reform of language teaching studies, first of all confronting himself with Tullio De Mauro, who in the second half of the 1960s began to take an interest in questions of educational linguistics. Having moved to Perugia, Katerinov clearly has the need to renew the methodological framework of Italian language teaching. He writes innovative teaching manuals for those times first of all because they try to overcome the double limit constituted on the one hand by the uncontrolled eclecticism of theoretical references, and on the other by the pure reference to the experience of the individual teacher. Thus began the drive for Italian language teaching to re-establish language teaching practices by basing them on solid frameworks of reference: this does not mean eliminating the need for mediation that leads to eclecticism in theoretical references or the individual sensitivities of teachers. Instead, it means opening language teaching to international perspectives; in this way, the figure of the scholar assumes considerable importance for putting Italian language teaching in tune with the methodological perspectives that are proposed above all by the Council of Europe. Looking at the theoretical foundations of language teaching lead the scholar not only to produce concrete teaching tools, but also to start important scientific research works, among which the start of the frequency lexicon of spoken Italian stands out, which, together with the LIP by De Mauro, in the early nineties represents the first statistically based research on spoken Italian. The reconstruction of the figure of the scholar then becomes the occasion for a more general analysis of important turning points in the history of Italian language teaching.
2018
Il saggio esamina la figura di uno studioso che ha rappresentato, a partire dagli inizi degli anni Settanta, una svolta nella glottodidattica dell’italiano agli stranieri: Katerin Katerinov. Famoso per i suoi manuali, che hanno rinnovato la manualistica italiana ponendola in sintonia con gli approcci predominanti a livello internazionale, la figura di Katerinov è una testimonianza delle dinamiche più generali che hanno caratterizzato la glottodidattica italiana. Straniero, studia all’Università di Roma La Sapienza diventando assistente della cattedra di filologia. In tale ambito condivide una prospettiva di riforma degli studi di didattica linguistica, innanzitutto confrontandosi con Tullio De Mauro, che proprio nella seconda metà degli anni Sessanta inizia a interessarsi delle questioni di linguistica educativa. Trasferitosi a Perugia, Katerinov ha chiara la necessità del rinnovamento del quadro metodologico del-la glottodidattica italiana. Scrive manuali didattici innovativi per quei tempi innanzitutto perché tentano di superare il doppio limite costituito da un lato dall’eclettismo incontrollato dei riferimenti teorici, e dall’altro dal puro riferimento all’esperienza del singolo docente. Inizia così per la glottodidattica ita-liana la spinta a rifondare le pratiche di insegnamento linguistico innanzitutto basandole su solidi quadri di riferimento: ciò non significa eliminare la necessità della mediazione che porta all’eclettismo nei riferimenti teorici o le sensibilità individuali dei docenti. Significa, invece, aprire la glottodidattica alle prospettive internazionali; in tal modo la figura dello studioso assume una importanza notevole per mettere in sintonia la glottodidattica italiana con le prospettive metodologiche che sono proposte soprattutto dal Consiglio d’Europa. Lo sguardo rivolto ai fondamenti teoretici dell’insegnamento linguistico portano lo studioso non solo a produrre concreti strumenti didattici, ma anche a iniziare importanti opere di ricerca scientifica, fra le quali spicca l’avvio del lessico di frequenza del parlato, che, insieme al LIP di De Mauro, rappresenta agli inizi degli anni Novanta il primo lavoro su base statisticamente fondata sull’italiano parlato. La ricostruzione della figura dello studioso diventa, allora, l’occasione per una più generale analisi di importanti momenti di svolta nella storia della glottodidattica italiana.
italiano L2
storia
maestri
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Vedovelli Katerinov Ricognizioni 2018.pdf

non disponibili

Dimensione 1.02 MB
Formato Adobe PDF
1.02 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14091/1342
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
social impact