Questo lavoro si concentra su due aspetti cruciali nell’apprendimento della lingua cinese: la scrittura dei caratteri e la grammatica. Da indagini trasversali condotte su corpora di apprendenti italofoni di vari livelli è emerso che il primo dei due aspetti è comunemente percepito come “il più difficile”, mentre il secondo viene considerato come uno dei meno difficili, ma allo stesso tempo la sua importanza nel processo di apprendimento del cinese sembra essere sottovalutata. Questo lavoro, in particolare, si suddivide in due parti: la prima parte, a cura di Andrea Scibetta, dedicata ad alcune proposte metodologiche per un insegnamento efficace della scrittura e della memorizzazione dei caratteri cinesi rivolto ad apprendenti di qualsiasi fascia di età; la seconda, a cura di Wang Mei-Hui, dedicata ad un’analisi di alcune frequenti irregolarità di tipo grammaticale prodotte da apprendenti italofoni di cinese a livello universitario. Per quanto riguarda il primo aspetto, verranno fatte proposte metodologiche sulla base di un background teorico di riferimento e richiamandosi a metodi di tipo comunicativo e umanistico-affettivo, nonché a tecniche didattiche di tipo collaborativo e ludico. La seconda parte è invece basata sull’analisi di dati relativi a frequenti irregolarità di tipo grammaticale prodotte da apprendenti italofoni di cinese raccolti presso l’Università per Stranieri di Siena. In particolare, verranno presi in considerazione errori prodotti da apprendenti con competenze linguistico-comunicative equivalenti ai livelli A1, A2 e B1 del QCER (HSK 1,2 e 3). Si presume che una buona parte delle irregolarità prodotte in queste fasi di apprendimento siano dovute principalmente a fenomeni di interferenza dalla L1 degli apprendenti e di ipergeneralizzazioni; allo stesso tempo si porrà l’attenzione anche sul fatto che un insegnamento inadeguato della grammatica cinese può essere una delle cause della persistenza di irregolarità grammaticali di vario tipo. I principali riferimenti teorici per l’analisi degli errori grammaticali sono quelli relativi alla tassonomia del linguista cinese Lu Jianji 鲁健骥, 2 che per analizzare gli errori li distingue, a seconda delle loro caratteristiche, in quattro categorie: le “parole mancanti”, gli “errori aggiuntivi”, gli “errori alternativi” e gli “errori d’ordine”. Si cercherà quindi di fornire un quadro di base chiaro che possa permettere di individuare le strategie più efficaci per aiutare i docenti e gli apprendenti a raggiungere risultati migliori.
Metodologie di insegnamento della scrittura dei caratteri cinesi e analisi degli errori grammaticali di apprendenti italofoni a livello base e intermedio
SCIBETTA A;
2017-01-01
Abstract
Questo lavoro si concentra su due aspetti cruciali nell’apprendimento della lingua cinese: la scrittura dei caratteri e la grammatica. Da indagini trasversali condotte su corpora di apprendenti italofoni di vari livelli è emerso che il primo dei due aspetti è comunemente percepito come “il più difficile”, mentre il secondo viene considerato come uno dei meno difficili, ma allo stesso tempo la sua importanza nel processo di apprendimento del cinese sembra essere sottovalutata. Questo lavoro, in particolare, si suddivide in due parti: la prima parte, a cura di Andrea Scibetta, dedicata ad alcune proposte metodologiche per un insegnamento efficace della scrittura e della memorizzazione dei caratteri cinesi rivolto ad apprendenti di qualsiasi fascia di età; la seconda, a cura di Wang Mei-Hui, dedicata ad un’analisi di alcune frequenti irregolarità di tipo grammaticale prodotte da apprendenti italofoni di cinese a livello universitario. Per quanto riguarda il primo aspetto, verranno fatte proposte metodologiche sulla base di un background teorico di riferimento e richiamandosi a metodi di tipo comunicativo e umanistico-affettivo, nonché a tecniche didattiche di tipo collaborativo e ludico. La seconda parte è invece basata sull’analisi di dati relativi a frequenti irregolarità di tipo grammaticale prodotte da apprendenti italofoni di cinese raccolti presso l’Università per Stranieri di Siena. In particolare, verranno presi in considerazione errori prodotti da apprendenti con competenze linguistico-comunicative equivalenti ai livelli A1, A2 e B1 del QCER (HSK 1,2 e 3). Si presume che una buona parte delle irregolarità prodotte in queste fasi di apprendimento siano dovute principalmente a fenomeni di interferenza dalla L1 degli apprendenti e di ipergeneralizzazioni; allo stesso tempo si porrà l’attenzione anche sul fatto che un insegnamento inadeguato della grammatica cinese può essere una delle cause della persistenza di irregolarità grammaticali di vario tipo. I principali riferimenti teorici per l’analisi degli errori grammaticali sono quelli relativi alla tassonomia del linguista cinese Lu Jianji 鲁健骥, 2 che per analizzare gli errori li distingue, a seconda delle loro caratteristiche, in quattro categorie: le “parole mancanti”, gli “errori aggiuntivi”, gli “errori alternativi” e gli “errori d’ordine”. Si cercherà quindi di fornire un quadro di base chiaro che possa permettere di individuare le strategie più efficaci per aiutare i docenti e gli apprendenti a raggiungere risultati migliori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.