The figure of the translator of literary texts has undergone numerous changes over time, owing in the first place to the diverse types of texts assigned him, and including numerous other factors from the translational techniques chosen to the delicate definition of his ethical code as a professional, ending with the concept itself of “translation”, which in addition to interlingual translation in the traditional sense, can also allude to other forms of transposition into another language, from adaptation to re-writing. Even though the European demand for translations of literature is unarguably modest compared to that for specialized texts (Scarpa 2001), this will hardly cause literary translation to flatten or fail, for it still constitutes an effective "trait d’union" between different languages and realities. It represents the possibility – through the irreplaceable mediation of the translator – to penetrate the very roots of a culture. To listen to the voice of the Other, to grasp its tone, rhythm, inflections and cadences, means to allow the essence of the language in translation to penetrate one's own tongue: it is this complex but fascinating task which also today makes the role of the translator absolutely indispensable. He does not enjoy the same liberty of the author: instead, he must channel his creative energies within the confines of the original text, using them to reimagine the world as it could have been seen through the eyes of the author.

La figura del traduttore di testi letterari ha subito nel tempo numerosi cambiamenti, dovuti in primo luogo alle diverse tipologie di testi a lui commissionati, alle tecniche traduttive scelte, alla delicata definizione della sua deontologia professionale, fino al concetto stesso di “traduzione”, allusivo, non solo alla traduzione interlinguisitica in senso tradizionale, ma pure ad altre forme di trasposizione in un’altra lingua: dagli adattamenti alle riscritture. Sebbene la richiesta di traduzioni di testi letterari sia da considerarsi esigua nel panorama europeo rispetto a quella di testi specializzati (Scarpa 2001), non per questo la traduzione della letteratura andrà affossata e appiattita, poiché costituisce ancora un efficace "trait d’union" tra lingue e realtà diverse, rappresenta la possibilità di penetrare, attraverso l’insostituibile mediazione del traduttore, dentro le radici di una cultura. Ciò che accomuna i traduttori di ogni lingua è la predisposizione all’ascolto, che va fatto nel pieno rispetto dell’originale, nel tentativo di rendere immagini sconosciute al lettore di arrivo, di restituire nel modo più pertinente possibile gli impliciti culturali di cui sono indizio i realia e la dimensione intertestuale. Ascoltare la voce della lingua altra, coglierne i toni, i ritmi, le inflessioni e le cadenze, significa far penetrare dentro la propria lingua madre la lingua da tradurre e in tale complessa ma affascinante attività il traduttore appare, tutt’oggi, assolutamente insostituibile. Egli non avrà la stessa libertà del suo autore ma dovrà incanalare la propria creatività ed il proprio estro stilistico entro l’alveo dell’originale, tentando di ripensare il mondo come lo scrittore poteva averlo visto.

"Translating cultures: mediation, authorship and the role of the translator"

GARZELLI B
2011-01-01

Abstract

The figure of the translator of literary texts has undergone numerous changes over time, owing in the first place to the diverse types of texts assigned him, and including numerous other factors from the translational techniques chosen to the delicate definition of his ethical code as a professional, ending with the concept itself of “translation”, which in addition to interlingual translation in the traditional sense, can also allude to other forms of transposition into another language, from adaptation to re-writing. Even though the European demand for translations of literature is unarguably modest compared to that for specialized texts (Scarpa 2001), this will hardly cause literary translation to flatten or fail, for it still constitutes an effective "trait d’union" between different languages and realities. It represents the possibility – through the irreplaceable mediation of the translator – to penetrate the very roots of a culture. To listen to the voice of the Other, to grasp its tone, rhythm, inflections and cadences, means to allow the essence of the language in translation to penetrate one's own tongue: it is this complex but fascinating task which also today makes the role of the translator absolutely indispensable. He does not enjoy the same liberty of the author: instead, he must channel his creative energies within the confines of the original text, using them to reimagine the world as it could have been seen through the eyes of the author.
2011
978-3-643-10416-8
La figura del traduttore di testi letterari ha subito nel tempo numerosi cambiamenti, dovuti in primo luogo alle diverse tipologie di testi a lui commissionati, alle tecniche traduttive scelte, alla delicata definizione della sua deontologia professionale, fino al concetto stesso di “traduzione”, allusivo, non solo alla traduzione interlinguisitica in senso tradizionale, ma pure ad altre forme di trasposizione in un’altra lingua: dagli adattamenti alle riscritture. Sebbene la richiesta di traduzioni di testi letterari sia da considerarsi esigua nel panorama europeo rispetto a quella di testi specializzati (Scarpa 2001), non per questo la traduzione della letteratura andrà affossata e appiattita, poiché costituisce ancora un efficace "trait d’union" tra lingue e realtà diverse, rappresenta la possibilità di penetrare, attraverso l’insostituibile mediazione del traduttore, dentro le radici di una cultura. Ciò che accomuna i traduttori di ogni lingua è la predisposizione all’ascolto, che va fatto nel pieno rispetto dell’originale, nel tentativo di rendere immagini sconosciute al lettore di arrivo, di restituire nel modo più pertinente possibile gli impliciti culturali di cui sono indizio i realia e la dimensione intertestuale. Ascoltare la voce della lingua altra, coglierne i toni, i ritmi, le inflessioni e le cadenze, significa far penetrare dentro la propria lingua madre la lingua da tradurre e in tale complessa ma affascinante attività il traduttore appare, tutt’oggi, assolutamente insostituibile. Egli non avrà la stessa libertà del suo autore ma dovrà incanalare la propria creatività ed il proprio estro stilistico entro l’alveo dell’originale, tentando di ripensare il mondo come lo scrittore poteva averlo visto.
The translator as mediator
Translational approaches
Comparison between theory and practice
Il traduttore come mediatore
Prospettive traduttologiche
Confronto tra teoria e pratica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14091/2557
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