Il volume curato da Pilar Godayol (Universitat de Vic) e Annarita Taronna (Università di Bari) raccoglie voci e testimonianze di editori (Einaudi e Barral) e traduttori coraggiosi che, tra Italia fascista e Spagna franchista, hanno concepito e praticato la traduzione come forma di resistenza. In particolare, questo testo mette al centro questioni relative a traduzione, censura e scrittura di genere. In modi e contesti diversi, sia il fascismo che il franchismo hanno tentato di impedire, manipolare e condizionare l’importazione degli scritti di autrici sovversive, “colpevoli” di rappresentare condizioni di vita e ideali che fossero in qualche modo in opposizione con il modello dettato dal regime. Come sostengono le curatrici nell’introduzione, lo scopo delle politiche italiane e spagnole ai tempi della dittatura era impedire l’ingresso dell’Altra femminista e rivoluzionaria, per evitare che le donne sotto il regime potessero denunciare la misoginia e l’androcentrismo che dovevano subire, reclamando i diritti civili e politici che erano loro negati. La letteratura femminista era un pericolo per il diffondersi dell’ideologia fascista e franchista e come tale andava ridotta al silenzio.
Recensione del volume Foreign Women Authors under Fascism and Francoism. Gender, translation and Censorship di Pilar Godayol e Annarita Taronna, eds
dora renna
2018-01-01
Abstract
Il volume curato da Pilar Godayol (Universitat de Vic) e Annarita Taronna (Università di Bari) raccoglie voci e testimonianze di editori (Einaudi e Barral) e traduttori coraggiosi che, tra Italia fascista e Spagna franchista, hanno concepito e praticato la traduzione come forma di resistenza. In particolare, questo testo mette al centro questioni relative a traduzione, censura e scrittura di genere. In modi e contesti diversi, sia il fascismo che il franchismo hanno tentato di impedire, manipolare e condizionare l’importazione degli scritti di autrici sovversive, “colpevoli” di rappresentare condizioni di vita e ideali che fossero in qualche modo in opposizione con il modello dettato dal regime. Come sostengono le curatrici nell’introduzione, lo scopo delle politiche italiane e spagnole ai tempi della dittatura era impedire l’ingresso dell’Altra femminista e rivoluzionaria, per evitare che le donne sotto il regime potessero denunciare la misoginia e l’androcentrismo che dovevano subire, reclamando i diritti civili e politici che erano loro negati. La letteratura femminista era un pericolo per il diffondersi dell’ideologia fascista e franchista e come tale andava ridotta al silenzio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.