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Chi fa ricerca in geografia sociale può (o addirittura deve) mettere in atto, entrando in relazione con gli ambiti sociali studiati, i risultati delle sue ricerche? E' possibile che la geografia sociale sia non solo uno strumento di interpretazione, ma anche di azione nelle dinamiche sociali contemporanee? Il testo affronta queste questioni a partire dalla creazione della "Rete29aprile", rete di ricercatori fondata grazie alle nuove tecnologie nel 2010. Analizza l'uso dello spazio (oltre che delle stesse tecnologie) nell'ambito del movimento di protesta e proposta seguito all'elaborazione e poi approvazione della cosiddetta "riforma dell'Università" nella seconda parte del 2010. Si analizzano gli elementi ritenuti più importanti, dal punto di vista spaziale, di questa fase: il ruolo degli aspetti simbolici, quello della distanza e il "processo di territorializzazione" della "piazza dell'Università libera, pubblica e aperta" (situato sul tetto della facoltà di Architettura di piazza Fontanella Borghese, a Roma).

Da una mailing list alla territorializzazione di un tetto. Ricercatori e studenti in lotta per una università pubblica, libera e aperta

TABUSI M
2012-01-01

Abstract

Chi fa ricerca in geografia sociale può (o addirittura deve) mettere in atto, entrando in relazione con gli ambiti sociali studiati, i risultati delle sue ricerche? E' possibile che la geografia sociale sia non solo uno strumento di interpretazione, ma anche di azione nelle dinamiche sociali contemporanee? Il testo affronta queste questioni a partire dalla creazione della "Rete29aprile", rete di ricercatori fondata grazie alle nuove tecnologie nel 2010. Analizza l'uso dello spazio (oltre che delle stesse tecnologie) nell'ambito del movimento di protesta e proposta seguito all'elaborazione e poi approvazione della cosiddetta "riforma dell'Università" nella seconda parte del 2010. Si analizzano gli elementi ritenuti più importanti, dal punto di vista spaziale, di questa fase: il ruolo degli aspetti simbolici, quello della distanza e il "processo di territorializzazione" della "piazza dell'Università libera, pubblica e aperta" (situato sul tetto della facoltà di Architettura di piazza Fontanella Borghese, a Roma).
2012
978-88-548-4642-5
Le chercheur en géographie sociale peut-il (doit-il ?) transmettre tous les résultats de ses recherches ? Peut-il ne pas profiter de ces outils pour intervenir dans les dynamiques sociales actuelles ? Ce texte aborde la question du « Réseau du 29 avril », réseau de chercheurs italiens, créé en 2010 en utilisant les nouvelles technologies. Il évoque aussi son application au mouvement de protestation contre la réforme de l’université, décidé par le gouvernement italien de centre-droite en 2010, d’une étude de géographie sociale, concernant les travailleurs montés sur les toits en guise de protestation. Les chercheurs de R29A (étudiants et chercheurs précaires) ont décidé d’occuper symboliquement un toit, avec les étudiants, en mettant en pratique les points saillants de l’étude. Le toit est devenu progressivement une place, à travers un processus de territorialisation. La protestation a été retransmise par des journaux, la radio, la télévision et le grand public en général. Ici on analyse les éléments les plus importants – du point de vue spatial – de cette expérience : le rôle des aspects symboliques, le rôle de la distance et les phases du processus de territorialisation. Même si le retrait de la loi n'a pas été obtenu, cette expérience montre – selon l’auteur – le potentiel d’application de la recherche de géographie sociale aux situations étudiées.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14091/83
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