Il caso di Gerusalemme sembra compendiare perfettamente tutti i nodi della contrapposizione israelo-palestinese: i diversi fattori di dissidio sono presenti e giocano un ruolo evidente ed importante. Anche per questo il destino della città può essere la chiave per comprendere, e forse costruire, il destino di tutta la Palestina. Esiste ed è rappresentata, anche simbolicamente ed in modo eclatante, la differenza religiosa. Non si tratta, però, di una competizione esclusiva e totalizzante. Tanto l'ebraismo quanto l'Islam non si rifiutano vicendevolmente e nulla, nelle due religioni, prescrive avversione nei confronti dell'altra. Il vero, potente fattore di divisione pare essere oggi l'uso e la pianificazione del territorio che, negli ultimi decenni, sembra rispondere più ad obiettivi politici di lungo termine che all'assolvimento delle funzioni urbane, tipiche della vita di tutti i giorni, a vantaggio di tutta la popolazione. In questo senso sembrano andare la costruzione delle Colonie israeliane a ridosso e oltre la linea verde ed il percorso della barriera/muro. Si tratta, complessivamente, di un processo di frammentazione spaziale, collegato ad una ri-territorializzazione, in atto sin dalla prima guerra arabo-israeliana. Processo che, iniziato per fornire alla "nuova" Gerusalemme una identità diversa, sta avendo l'effetto di farle perdere quella tradizionale. Qual è Gerusalemme? Dove inizia e dove finisce? Chi e quanti sono i suoi abitanti? Il presente saggio si propone, partendo da questi interrogativi, di investigare sul ruolo della città nel contesto geografico, politico e territoriale che va dall'ambito locale agli equilibri locali o regionali, fino alla credibilità delle Nazioni Unite ed ai rapporti tra l'intero mondo musulmano da un lato ed il cosiddetto "Occidente" dall'altro.
Gerusalemme, città multipla
TABUSI M
2009-01-01
Abstract
Il caso di Gerusalemme sembra compendiare perfettamente tutti i nodi della contrapposizione israelo-palestinese: i diversi fattori di dissidio sono presenti e giocano un ruolo evidente ed importante. Anche per questo il destino della città può essere la chiave per comprendere, e forse costruire, il destino di tutta la Palestina. Esiste ed è rappresentata, anche simbolicamente ed in modo eclatante, la differenza religiosa. Non si tratta, però, di una competizione esclusiva e totalizzante. Tanto l'ebraismo quanto l'Islam non si rifiutano vicendevolmente e nulla, nelle due religioni, prescrive avversione nei confronti dell'altra. Il vero, potente fattore di divisione pare essere oggi l'uso e la pianificazione del territorio che, negli ultimi decenni, sembra rispondere più ad obiettivi politici di lungo termine che all'assolvimento delle funzioni urbane, tipiche della vita di tutti i giorni, a vantaggio di tutta la popolazione. In questo senso sembrano andare la costruzione delle Colonie israeliane a ridosso e oltre la linea verde ed il percorso della barriera/muro. Si tratta, complessivamente, di un processo di frammentazione spaziale, collegato ad una ri-territorializzazione, in atto sin dalla prima guerra arabo-israeliana. Processo che, iniziato per fornire alla "nuova" Gerusalemme una identità diversa, sta avendo l'effetto di farle perdere quella tradizionale. Qual è Gerusalemme? Dove inizia e dove finisce? Chi e quanti sono i suoi abitanti? Il presente saggio si propone, partendo da questi interrogativi, di investigare sul ruolo della città nel contesto geografico, politico e territoriale che va dall'ambito locale agli equilibri locali o regionali, fino alla credibilità delle Nazioni Unite ed ai rapporti tra l'intero mondo musulmano da un lato ed il cosiddetto "Occidente" dall'altro.File | Dimensione | Formato | |
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