Il presente volume cerca di delineare il quadro della conoscenza che della Russia si ebbe in Cina nei primi due secoli di rapporti tra i due paesi, rapporti che fin dall’inizio furono tutt’altro che facili: i cinesi infatti conobbero i russi come gli aggressivi invasori che angariavano le popolazioni lungo i confini settentrionali dell’impero, e a lungo pretesero di ‘pacificare’ e ‘addomesticare’ questo popolo che, nell’ottica dell’ideologia imperiale cinese, aveva innumerevoli e riprovevoli caratteristiche barbariche. La reciproca percezione tra i paesi, l’immagine che essi sviluppano nel tempo gli uni degli altri, gioca un ruolo sicuramente centrale nelle loro relazioni, contribuendo anche alla costruzione della propria identità. Questo è particolarmente vero per un paese come la Cina, dove i membri dell’amministrazione (e quindi anche i funzionari che si occupavano delle relazioni con i paesi stranieri) erano quasi sempre reclutati tra l’élite colta, i cui rappresentanti erano quasi gli unici ad avere accesso alle poche notizie riguardanti il mondo esterno. Non era facile avere accesso a queste notizie, ma pure vi furono studiosi che si dedicarono alla raccolta di informazioni e compilarono opere con l’intento di ‘conoscere i barbari’, a volte per pura curiosità, più spesso spinti dall’esigenza di difendere i propri valori di fronte a culture diverse. Così, si sviluppò una letteratura dedicata ai paesi stranieri, tra cui ovviamente abbiamo anche la Russia, che iniziò a suscitare un forte interesse tra i cinesi tra il XVII e il XVIII sec. Si tratta di due secoli cruciali: nel XVII sec. si inaugura infatti l’incontro e lo scontro tra la potenza emergente russa, che in questo periodo dirige la sua espansione principalmente verso oriente, e l’antica potenza cinese, che vive gli ultimi decenni della gloriosa dinastia Ming; questo primo scontro si concluderà con la prima guerra e il primo trattato di pace tra la Cina (ormai dominata dai mancesi Qing, che pure da subito incarnano gli ideali confuciani e se ne fanno portavoce) e una potenza europea. Nel corso del XVIII sec. i rapporti tra i due paesi si approfondiranno: pur tra tensioni e incomprensioni, prevale un modus vivendi relativamente armonioso, il cosiddetto ‘sistema di Kjachta’, che permette lo sviluppo di relazioni commerciali e di scambi culturali. Nel corso di questi due secoli i due paesi si scruteranno e studieranno con attenzione, spesso partendo da una diffidenza di fondo, con un reciproco sentimento della propria superiorità. I libri degli specialisti e i resoconti dei viaggiatori saranno il risultato tangibile di questo reciproco osservarsi, e il presente volume è il primo tentativo di un’analisi generale della produzione cinese di questo materiale. Infatti, mentre i lavori dedicati ai rapporti diplomatici e politico-militari tra i due grandi paesi vicini sono molto numerosi, e non mancano neanche i saggi dedicati all’analisi dei più antichi testi scritti da autori cinesi sulla Russia e alle memorie dei viaggiatori cinesi nella terra degli zar, manca ancora uno studio più generale sulla percezione della Russia in Cina che indaghi il sentimento che i cinesi hanno nel corso dei secoli sviluppato verso la Russia. Nella Prima parte di questo studio si indagano moventi e meccanismi dei primi e complessi rapporti diplomatici tra i due paesi, sviluppatisi sullo sfondo di due concezioni imperiali basate su simbologie e ideologie che difficilmente potevano convivere. Trovato poi con difficoltà un pur fragile linguaggio comune, nasceranno nel corso del ‘700 dei luoghi di scambio culturale e linguistico tra i due paesi (la Missione Spirituale russa a Pechino, le scuole di lingua e i vivaci contatti diretti sui confini tra i due paesi favoriti dal commercio frontaliero), dei quali si segue lo sviluppo e gli impulsi dati alla conoscenza reciproca. La Seconda parte è dedicata all’analisi puntuale di un certo numero di fonti cinesi sulla Russia, scelte perché particolarmente significative sia per i contenuti che per la loro influenza sul mondo colto cinese a causa della loro autorità e diffusione. I testi non sono presentati in una sequenza strettamente cronologica, ma ordinati secondo i diversi generi, in ordine di autorevolezza: si indagano prima i testi ufficiali, poi i lavori geografici scritti sia da stranieri che da cinesi, e infine i resoconti di viaggio. L’analisi semantica del corpus fa emergere i punti comuni, gli stereotipi e i cliché sui russi che si vanno creando nel tempo, come anche i diversi atteggiamenti degli autori. L’analisi formale permette di descrivere la lingua degli autori, rivelatrice di un rapporto peculiare con il mondo rappresentato: in particolare, il lessico di origine russa rivela un particolare e significativo gusto per l’esotico. Per questo motivo si è dato infine spazio a un Glossario di esotismi, appartenenti a una letteratura specialistica sulla Russia che, pur nella loro occasionalità, danno l’idea dello sforzo di costruzione dell’immagine di una realtà sentita come radicalmente diversa da quella cinese.
La percezione della Russia in Cina tra XVII e XVIII sec.
Di Toro A
2012-01-01
Abstract
Il presente volume cerca di delineare il quadro della conoscenza che della Russia si ebbe in Cina nei primi due secoli di rapporti tra i due paesi, rapporti che fin dall’inizio furono tutt’altro che facili: i cinesi infatti conobbero i russi come gli aggressivi invasori che angariavano le popolazioni lungo i confini settentrionali dell’impero, e a lungo pretesero di ‘pacificare’ e ‘addomesticare’ questo popolo che, nell’ottica dell’ideologia imperiale cinese, aveva innumerevoli e riprovevoli caratteristiche barbariche. La reciproca percezione tra i paesi, l’immagine che essi sviluppano nel tempo gli uni degli altri, gioca un ruolo sicuramente centrale nelle loro relazioni, contribuendo anche alla costruzione della propria identità. Questo è particolarmente vero per un paese come la Cina, dove i membri dell’amministrazione (e quindi anche i funzionari che si occupavano delle relazioni con i paesi stranieri) erano quasi sempre reclutati tra l’élite colta, i cui rappresentanti erano quasi gli unici ad avere accesso alle poche notizie riguardanti il mondo esterno. Non era facile avere accesso a queste notizie, ma pure vi furono studiosi che si dedicarono alla raccolta di informazioni e compilarono opere con l’intento di ‘conoscere i barbari’, a volte per pura curiosità, più spesso spinti dall’esigenza di difendere i propri valori di fronte a culture diverse. Così, si sviluppò una letteratura dedicata ai paesi stranieri, tra cui ovviamente abbiamo anche la Russia, che iniziò a suscitare un forte interesse tra i cinesi tra il XVII e il XVIII sec. Si tratta di due secoli cruciali: nel XVII sec. si inaugura infatti l’incontro e lo scontro tra la potenza emergente russa, che in questo periodo dirige la sua espansione principalmente verso oriente, e l’antica potenza cinese, che vive gli ultimi decenni della gloriosa dinastia Ming; questo primo scontro si concluderà con la prima guerra e il primo trattato di pace tra la Cina (ormai dominata dai mancesi Qing, che pure da subito incarnano gli ideali confuciani e se ne fanno portavoce) e una potenza europea. Nel corso del XVIII sec. i rapporti tra i due paesi si approfondiranno: pur tra tensioni e incomprensioni, prevale un modus vivendi relativamente armonioso, il cosiddetto ‘sistema di Kjachta’, che permette lo sviluppo di relazioni commerciali e di scambi culturali. Nel corso di questi due secoli i due paesi si scruteranno e studieranno con attenzione, spesso partendo da una diffidenza di fondo, con un reciproco sentimento della propria superiorità. I libri degli specialisti e i resoconti dei viaggiatori saranno il risultato tangibile di questo reciproco osservarsi, e il presente volume è il primo tentativo di un’analisi generale della produzione cinese di questo materiale. Infatti, mentre i lavori dedicati ai rapporti diplomatici e politico-militari tra i due grandi paesi vicini sono molto numerosi, e non mancano neanche i saggi dedicati all’analisi dei più antichi testi scritti da autori cinesi sulla Russia e alle memorie dei viaggiatori cinesi nella terra degli zar, manca ancora uno studio più generale sulla percezione della Russia in Cina che indaghi il sentimento che i cinesi hanno nel corso dei secoli sviluppato verso la Russia. Nella Prima parte di questo studio si indagano moventi e meccanismi dei primi e complessi rapporti diplomatici tra i due paesi, sviluppatisi sullo sfondo di due concezioni imperiali basate su simbologie e ideologie che difficilmente potevano convivere. Trovato poi con difficoltà un pur fragile linguaggio comune, nasceranno nel corso del ‘700 dei luoghi di scambio culturale e linguistico tra i due paesi (la Missione Spirituale russa a Pechino, le scuole di lingua e i vivaci contatti diretti sui confini tra i due paesi favoriti dal commercio frontaliero), dei quali si segue lo sviluppo e gli impulsi dati alla conoscenza reciproca. La Seconda parte è dedicata all’analisi puntuale di un certo numero di fonti cinesi sulla Russia, scelte perché particolarmente significative sia per i contenuti che per la loro influenza sul mondo colto cinese a causa della loro autorità e diffusione. I testi non sono presentati in una sequenza strettamente cronologica, ma ordinati secondo i diversi generi, in ordine di autorevolezza: si indagano prima i testi ufficiali, poi i lavori geografici scritti sia da stranieri che da cinesi, e infine i resoconti di viaggio. L’analisi semantica del corpus fa emergere i punti comuni, gli stereotipi e i cliché sui russi che si vanno creando nel tempo, come anche i diversi atteggiamenti degli autori. L’analisi formale permette di descrivere la lingua degli autori, rivelatrice di un rapporto peculiare con il mondo rappresentato: in particolare, il lessico di origine russa rivela un particolare e significativo gusto per l’esotico. Per questo motivo si è dato infine spazio a un Glossario di esotismi, appartenenti a una letteratura specialistica sulla Russia che, pur nella loro occasionalità, danno l’idea dello sforzo di costruzione dell’immagine di una realtà sentita come radicalmente diversa da quella cinese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.