In questo volume presentiamo la prima traduzione araba dell’opera “De arte venandi cum avibus”, scritta dall’imperatore Federico II. Nell’accingerci a trasporre il testo, abbiamo messo a confronto l’originale latino con la sua versione italiana e, in caso di discrepanza tra le due, abbiamo optato in prevalenza per l’originale latino, considerata la vicinanza strutturale di questa lingua con l’arabo. Una delle principali difficoltà riscontrate durante il processo traduttivo riguarda la trasposizione dei nomi di animali e uccelli, così come la classificazione di foreste, terreni e semi. La penisola italiana offre infatti una ricca varietà di tali elementi, per i quali, in numerosi casi, non abbiamo saputo trovare un corrispettivo in arabo. Per sormontare tale difficoltà ci siamo serviti dei dizionari arabi antichi e moderni e, in caso di mancata risposta in questi ultimi, abbiamo rivolto la nostra attenzione ai dialetti arabi. Anche in questo caso, di fronte alle divergenze tra i vari idiomi, abbiamo dovuto compiere una scelta, optando prevalentemente per la lingua parlata oggigiorno nella regione dell’alta Mesopotamia e dell’Iraq, linguisticamente più ricca rispetto alle altre. In nota abbiamo infine spiegato le scelte traduttive intraprese, soffermandoci su ciascun termine e i motivi che ci hanno spinto ad adottarlo.

De arte venandi cum avibus. Ediz. araba.

Almarai A
2018-01-01

Abstract

In questo volume presentiamo la prima traduzione araba dell’opera “De arte venandi cum avibus”, scritta dall’imperatore Federico II. Nell’accingerci a trasporre il testo, abbiamo messo a confronto l’originale latino con la sua versione italiana e, in caso di discrepanza tra le due, abbiamo optato in prevalenza per l’originale latino, considerata la vicinanza strutturale di questa lingua con l’arabo. Una delle principali difficoltà riscontrate durante il processo traduttivo riguarda la trasposizione dei nomi di animali e uccelli, così come la classificazione di foreste, terreni e semi. La penisola italiana offre infatti una ricca varietà di tali elementi, per i quali, in numerosi casi, non abbiamo saputo trovare un corrispettivo in arabo. Per sormontare tale difficoltà ci siamo serviti dei dizionari arabi antichi e moderni e, in caso di mancata risposta in questi ultimi, abbiamo rivolto la nostra attenzione ai dialetti arabi. Anche in questo caso, di fronte alle divergenze tra i vari idiomi, abbiamo dovuto compiere una scelta, optando prevalentemente per la lingua parlata oggigiorno nella regione dell’alta Mesopotamia e dell’Iraq, linguisticamente più ricca rispetto alle altre. In nota abbiamo infine spiegato le scelte traduttive intraprese, soffermandoci su ciascun termine e i motivi che ci hanno spinto ad adottarlo.
2018
978-88-7831-388-0
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