Il dibattito sullo stilnovo si è a lungo concentrato e stabilizzato attorno a questioni prettamente critico–letterarie, nonostante ormai da tempo gli studi in campo filologico, nati soprattutto attorno alle rime di Guido Cavalcanti e di Dante, abbiano di fatto mostrato l’importanza e il peso che l’analisi della storia della tradizione può avere anche nella definizione e nell’interpretazione proprio del canone stilnovistico e del suo significato storico-culturale. Sulla poesia di Cino da Pistoia in particolare pesa tuttora il totalizzante pregiudizio che lo vuole attardato e armonioso seguace di Dante e al contempo, complice una serie di conclamati falsi cinquecenteschi, dolce e docile precursore della poesia del Petrarca. La tradizione delle rime di Cino però, osservata nel suo primo diramarsi, rivela una dinamica più complessa e controversa del suo sorgere e del suo affermarsi e illumina una sequela dantesca che assume piuttosto l’aspetto un colloquio precosissimo e inesausto con l’Alighieri. Un confronto che, se riletto alla luce delle indicazioni che la prima ricezione dei suoi testi ci può offrire, aiuta a scorgere nell’accordo ciniano più pieno al Dante lirico e ‘stilnovista’ nient’altro che un momento o una specifica fase di un percorso poetico ben altrimenti autonomo.
Alle origini dello stilnovo. Cino secondo la ‘verità della tradizione'
MARRANI G
2017-01-01
Abstract
Il dibattito sullo stilnovo si è a lungo concentrato e stabilizzato attorno a questioni prettamente critico–letterarie, nonostante ormai da tempo gli studi in campo filologico, nati soprattutto attorno alle rime di Guido Cavalcanti e di Dante, abbiano di fatto mostrato l’importanza e il peso che l’analisi della storia della tradizione può avere anche nella definizione e nell’interpretazione proprio del canone stilnovistico e del suo significato storico-culturale. Sulla poesia di Cino da Pistoia in particolare pesa tuttora il totalizzante pregiudizio che lo vuole attardato e armonioso seguace di Dante e al contempo, complice una serie di conclamati falsi cinquecenteschi, dolce e docile precursore della poesia del Petrarca. La tradizione delle rime di Cino però, osservata nel suo primo diramarsi, rivela una dinamica più complessa e controversa del suo sorgere e del suo affermarsi e illumina una sequela dantesca che assume piuttosto l’aspetto un colloquio precosissimo e inesausto con l’Alighieri. Un confronto che, se riletto alla luce delle indicazioni che la prima ricezione dei suoi testi ci può offrire, aiuta a scorgere nell’accordo ciniano più pieno al Dante lirico e ‘stilnovista’ nient’altro che un momento o una specifica fase di un percorso poetico ben altrimenti autonomo.File | Dimensione | Formato | |
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