Before the advent of Islam, illiteracy was spread among the nomad tribes of the Arabian Peninsula since their main concern was to get the means of subsistence for the everyday life, hence having no time to dedicate to the sciences and the acquisition of knowledge. Even at the time of Muhammad writing continued to be a prerogative of a limited number of persons especially those belonging to the tribes of Qurayš, Aws and Ḫazraǧ. In this framework, the acquisition of the basic principles of reading and writing was taking place in private contexts only since youngs were relying on professional instructors for their education. The advent of Islam and the increasing need of fixing the form of the Quranic verses gave a new input to the spread of knowledge on a large scale and contributed to the development of a new teaching system. In addition, the wars of expansion and the subsequent conversion of a multitude of people to Islam led these latters to learn Arabic, the language of the new empire, and contributed in a significant way to the emergence of the first linguistic studies. New pedagogical institutions came to the light like the Kuttab in the Omayyad period and the Madrasa under the Abbasid rulers. Lectures were organized in the mosques of the main Arab cities where students could acquire the principles of the main Islamic sciences: Quranic exegesis, ḥadīṯ, philosophy, grammar, literature and so on. These lectures were dictated to the students sitting in circle around their mentor: from here the name Amālī. The teaching system was based on eight different methods of transmission of knowledge, which were very similar to those approaches applied in the past in order to memorize and transmit the speeches of the Prophet. These methods and approaches dominated the scenes of the Arab world for several centuries until the era of the Nahda, which considerably changed all the fields of life, including those related to the education.

Prima dell’avvento dell’Islām l’analfabetismo costituiva una condizione comune alle popolazioni arabe della penisola e particolarmente a quelle nomadi del deserto, per le quali le necessità materiali e la costante ricerca del sostentamento lasciavano a disposizione poco tempo da dedicare alle scienze ed allo studio in generale. Anche all’epoca del Profeta Muḥammad la scrittura continuava a rappresentare una prerogativa di pochissime persone, sparse per lo più tra la tribù dei Quraiš di Mecca e quelle di Aws e Ḫazraǧ di Medina. In un tale quadro l’insegnamento dei principi della lettura e della scrittura avveniva in maniera del tutto individuale, tramite l’affidamento di giovani a persone in grado di istruirli, sia essi parenti oppure professionisti retribuiti. L’avvento dell’Islām e con esso l’esigenza di metter per iscritto e recitare i versetti coranici, contribuì fortemente ad incrementare la diffusione del sapere e a dare un nuovo impulso all’ambito dello studio e dell’insegnamento; in aggiunta a ciò le successive guerre di conquista sotto il regno dei califfi ben guidati e la conseguente conversione in massa delle popolazioni sottomesse portarono quest’ultime ad apprendere l’arabo, lingua della nuova religione musulmana, nonché contribuirono in maniera decisiva alla nascita dei primi studi grammaticali. Si assistette così al proliferare di istituzioni pedagogiche come il Kuttāb in epoca Omayyade e la “Madrasa” in epoca Abbaside, e alla comparsa di veri e propri seminari tenuti nelle moschee delle principali città del mondo arabo, durante i quali venivano impartite lezioni relative alle principali scienze islamiche: interpretazione coranica, ḥadīṯ, filosofia, grammatica, letteratura e così via. Simili lezioni, “dettate” agli studenti seduti in cerchio attorno al loro mentore e in virtù di ciò soprannominate “Amālī”, si basavano su otto differenti modalità di trasmissione ed acquisizione del sapere, approcci questi che erano già stati messi in pratica anteriormente, ai fini della memorizzazione e della successiva trasmissione dei detti del profeta. Si delineò così un quadro in cui docente e discente arrivavano molto spesso a scambiarsi di ruolo, per il quale vennero fissati precisi codici di comportamento, norme che andavano a regolare non soltanto i rapporti degli uni nei confronti degli altri, ma anche del singolo nei riguardi di se stesso. Tali metodi ed approcci dominarono le scene del mondo arabo islamico per numerosi secoli e, attraverso il periodo mamelucco prima e quello ottomano poi, giunsero sino all’epoca della rinascita (nahḍa) che portò una ventata rivoluzionaria in tutti i campi della vita quotidiana, ivi compreso l’ambito dello studio e dell’insegnamento.

Asalīb al-ta‘līm ‘ind al-‘arab

ALMARAI A
2012-01-01

Abstract

Before the advent of Islam, illiteracy was spread among the nomad tribes of the Arabian Peninsula since their main concern was to get the means of subsistence for the everyday life, hence having no time to dedicate to the sciences and the acquisition of knowledge. Even at the time of Muhammad writing continued to be a prerogative of a limited number of persons especially those belonging to the tribes of Qurayš, Aws and Ḫazraǧ. In this framework, the acquisition of the basic principles of reading and writing was taking place in private contexts only since youngs were relying on professional instructors for their education. The advent of Islam and the increasing need of fixing the form of the Quranic verses gave a new input to the spread of knowledge on a large scale and contributed to the development of a new teaching system. In addition, the wars of expansion and the subsequent conversion of a multitude of people to Islam led these latters to learn Arabic, the language of the new empire, and contributed in a significant way to the emergence of the first linguistic studies. New pedagogical institutions came to the light like the Kuttab in the Omayyad period and the Madrasa under the Abbasid rulers. Lectures were organized in the mosques of the main Arab cities where students could acquire the principles of the main Islamic sciences: Quranic exegesis, ḥadīṯ, philosophy, grammar, literature and so on. These lectures were dictated to the students sitting in circle around their mentor: from here the name Amālī. The teaching system was based on eight different methods of transmission of knowledge, which were very similar to those approaches applied in the past in order to memorize and transmit the speeches of the Prophet. These methods and approaches dominated the scenes of the Arab world for several centuries until the era of the Nahda, which considerably changed all the fields of life, including those related to the education.
2012
978-88-548-5619-6
Prima dell’avvento dell’Islām l’analfabetismo costituiva una condizione comune alle popolazioni arabe della penisola e particolarmente a quelle nomadi del deserto, per le quali le necessità materiali e la costante ricerca del sostentamento lasciavano a disposizione poco tempo da dedicare alle scienze ed allo studio in generale. Anche all’epoca del Profeta Muḥammad la scrittura continuava a rappresentare una prerogativa di pochissime persone, sparse per lo più tra la tribù dei Quraiš di Mecca e quelle di Aws e Ḫazraǧ di Medina. In un tale quadro l’insegnamento dei principi della lettura e della scrittura avveniva in maniera del tutto individuale, tramite l’affidamento di giovani a persone in grado di istruirli, sia essi parenti oppure professionisti retribuiti. L’avvento dell’Islām e con esso l’esigenza di metter per iscritto e recitare i versetti coranici, contribuì fortemente ad incrementare la diffusione del sapere e a dare un nuovo impulso all’ambito dello studio e dell’insegnamento; in aggiunta a ciò le successive guerre di conquista sotto il regno dei califfi ben guidati e la conseguente conversione in massa delle popolazioni sottomesse portarono quest’ultime ad apprendere l’arabo, lingua della nuova religione musulmana, nonché contribuirono in maniera decisiva alla nascita dei primi studi grammaticali. Si assistette così al proliferare di istituzioni pedagogiche come il Kuttāb in epoca Omayyade e la “Madrasa” in epoca Abbaside, e alla comparsa di veri e propri seminari tenuti nelle moschee delle principali città del mondo arabo, durante i quali venivano impartite lezioni relative alle principali scienze islamiche: interpretazione coranica, ḥadīṯ, filosofia, grammatica, letteratura e così via. Simili lezioni, “dettate” agli studenti seduti in cerchio attorno al loro mentore e in virtù di ciò soprannominate “Amālī”, si basavano su otto differenti modalità di trasmissione ed acquisizione del sapere, approcci questi che erano già stati messi in pratica anteriormente, ai fini della memorizzazione e della successiva trasmissione dei detti del profeta. Si delineò così un quadro in cui docente e discente arrivavano molto spesso a scambiarsi di ruolo, per il quale vennero fissati precisi codici di comportamento, norme che andavano a regolare non soltanto i rapporti degli uni nei confronti degli altri, ma anche del singolo nei riguardi di se stesso. Tali metodi ed approcci dominarono le scene del mondo arabo islamico per numerosi secoli e, attraverso il periodo mamelucco prima e quello ottomano poi, giunsero sino all’epoca della rinascita (nahḍa) che portò una ventata rivoluzionaria in tutti i campi della vita quotidiana, ivi compreso l’ambito dello studio e dell’insegnamento.
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