La parola geisha appare nei dizionari italiani più di cento anni fa e, in generale, il suo significato è correttamente riportato fin dalle prime occorrenze, mutuate da altre lingue occidentali. È tuttavia innegabile come ancora oggi, nell'uso del termine, permanga un ampliamento della semantica originale, in larga parte connesso a stereotipi culturali e di genere. La creazione e la diffusione dei sensi che la parola geisha ha assunto in italiano si lega a elementi della cultura sia alta, sia popolare, dell'Occidente di fine Ottocento e vi si sono, poi, criticamente confrontati anche intellettuali giapponesi, all'estero o in patria. In questo lavoro si osservano i passaggi centrali dell'ibridazione del senso, ricercandone indizi in alcuni dizionari della lingua italiana, oltre che nei lavori di scrittori italiani anche molto diversi tra loro, da D'Annunzio a Deledda, da Comisso a Pratolini, come anche nella letteratura giapponese. Appare costante, nel processo di acquisizione della figura della geisha nell'immaginario collettivo occidentale, l'attribuzione ad essa di quelle che si ritennero le qualità della donna giapponese in generale, fino a renderla icona per eccellenza della femminilità orientale, oltre che di un sottile e raffinato erotismo. In questo lavoro si riflette su aspetti delle dinamiche con cui, in questo processo di negoziazione del senso, quasi in un gioco di contrappunto il Giappone stesso abbia finito per inglobare nella sua letteratura suggestioni interculturali elaborate in contesti altri su un oggetto culturale autoctono.
Lo stereotipo della “donna geisha”: la presenza nella cultura italiana, lo scarto di senso rispetto alla tradizione giapponese
VIENNA MARIA GIOIA
2018-01-01
Abstract
La parola geisha appare nei dizionari italiani più di cento anni fa e, in generale, il suo significato è correttamente riportato fin dalle prime occorrenze, mutuate da altre lingue occidentali. È tuttavia innegabile come ancora oggi, nell'uso del termine, permanga un ampliamento della semantica originale, in larga parte connesso a stereotipi culturali e di genere. La creazione e la diffusione dei sensi che la parola geisha ha assunto in italiano si lega a elementi della cultura sia alta, sia popolare, dell'Occidente di fine Ottocento e vi si sono, poi, criticamente confrontati anche intellettuali giapponesi, all'estero o in patria. In questo lavoro si osservano i passaggi centrali dell'ibridazione del senso, ricercandone indizi in alcuni dizionari della lingua italiana, oltre che nei lavori di scrittori italiani anche molto diversi tra loro, da D'Annunzio a Deledda, da Comisso a Pratolini, come anche nella letteratura giapponese. Appare costante, nel processo di acquisizione della figura della geisha nell'immaginario collettivo occidentale, l'attribuzione ad essa di quelle che si ritennero le qualità della donna giapponese in generale, fino a renderla icona per eccellenza della femminilità orientale, oltre che di un sottile e raffinato erotismo. In questo lavoro si riflette su aspetti delle dinamiche con cui, in questo processo di negoziazione del senso, quasi in un gioco di contrappunto il Giappone stesso abbia finito per inglobare nella sua letteratura suggestioni interculturali elaborate in contesti altri su un oggetto culturale autoctono.File | Dimensione | Formato | |
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