Negli ultimi anni l’insegnamento dell’italiano a stranieri ha subito importanti trasformazioni legate all’emergenza di nuovi pubblici, nuovi contesti, ma anche nuovi metodi. La lingua italiana è, in effetti, fatta oggetto di apprendimento nel mondo da una varietà estremamente differenziata di apprendenti e il rapporto fra un possibile progetto unitario, che si può concretizzare in strumenti didattici omogenei non è attuabile proprio a causa di questo forte indice di variazione. La didattica dell’italiano in ambito calcistico è, ad esempio, uno dei contesti specifici più innovativi e per cui la descrizione procedurale del percorso didattico (ma anche di apprendimento da parte dei calciatori stranieri) è molto diversa dai processi tradizionali di acquisizione linguistica pensati per i pubblici generici. Anche per questo motivo, le dinamiche del calcio globale, determinate dalla sempre più crescente presenza dei calciatori stranieri, sia nei campionati professionistici che giovanili, hanno messo in luce nuovi bisogni linguistici e nuovi profili di apprendente. Obiettivo di questo contributo è quindi quello di esplorare il contesto calcistico illustrando le sue principali implicazioni nella didattica dell’italiano. La presente ricerca ha coinvolto 40 soggetti, dalla Serie A alle categorie dilettantistiche, compresi anche i docenti di italiano delle squadre prese in esame. Le informazioni, raccolte tramite questionari, interviste e osservazione/sperimentazione diretta durante le partite e gli allenamenti. Partendo da alcune considerazioni glottodidattiche legate ai contesti di apprendimento, ai profili degli apprendenti, ai bisogni linguistici nonché alle tecniche e strategie didattiche, la ricerca focalizza l’attenzione sull’analisi di tre assi principali inerenti alla didattica dell’italiano L2/LS ai calciatori stranieri: a) repertorio linguistico e competenza comunicativa; b) i bisogni linguistici; c) gli approcci didattici. Il riferimento alla glottodidattica ludica ci suggerisce inoltre di osservare come vengono e devono essere applicati i concetti di ludicità e di gioco intesi rispettivamente come la carica vitale in cui si integrano forti spinte motivazionali intrinseche e la modalità strategica per il raggiungimento di mete educative e di abilità linguistiche. Dalla nostra sperimentazione risulta che la didattica dell’italiano attraverso il calcio implica due caratteristiche fondamentali: gli spazi in cui avviene la comunicazione didattica (aula, terreno di gioco) e gli ambiti a cui si riferisce la comunicazione didattica (linguistico e motorio). Forte di questo contesto dinamico, per proporre dei percorsi motivanti e con risultati soddisfacenti, insegnare italiano a calciatori stranieri presuppone, alla luce dei risultati della ricerca, una didattica ludica, multisensoriale, modulare, interculturale, orientata all’azione (calcistica) e sviluppata attraverso percorsi flessibili, nella cornice di un apprendimento cooperativo.
Insegnare l'italiano ai calciatori stranieri
Siebetcheu R.
2016-01-01
Abstract
Negli ultimi anni l’insegnamento dell’italiano a stranieri ha subito importanti trasformazioni legate all’emergenza di nuovi pubblici, nuovi contesti, ma anche nuovi metodi. La lingua italiana è, in effetti, fatta oggetto di apprendimento nel mondo da una varietà estremamente differenziata di apprendenti e il rapporto fra un possibile progetto unitario, che si può concretizzare in strumenti didattici omogenei non è attuabile proprio a causa di questo forte indice di variazione. La didattica dell’italiano in ambito calcistico è, ad esempio, uno dei contesti specifici più innovativi e per cui la descrizione procedurale del percorso didattico (ma anche di apprendimento da parte dei calciatori stranieri) è molto diversa dai processi tradizionali di acquisizione linguistica pensati per i pubblici generici. Anche per questo motivo, le dinamiche del calcio globale, determinate dalla sempre più crescente presenza dei calciatori stranieri, sia nei campionati professionistici che giovanili, hanno messo in luce nuovi bisogni linguistici e nuovi profili di apprendente. Obiettivo di questo contributo è quindi quello di esplorare il contesto calcistico illustrando le sue principali implicazioni nella didattica dell’italiano. La presente ricerca ha coinvolto 40 soggetti, dalla Serie A alle categorie dilettantistiche, compresi anche i docenti di italiano delle squadre prese in esame. Le informazioni, raccolte tramite questionari, interviste e osservazione/sperimentazione diretta durante le partite e gli allenamenti. Partendo da alcune considerazioni glottodidattiche legate ai contesti di apprendimento, ai profili degli apprendenti, ai bisogni linguistici nonché alle tecniche e strategie didattiche, la ricerca focalizza l’attenzione sull’analisi di tre assi principali inerenti alla didattica dell’italiano L2/LS ai calciatori stranieri: a) repertorio linguistico e competenza comunicativa; b) i bisogni linguistici; c) gli approcci didattici. Il riferimento alla glottodidattica ludica ci suggerisce inoltre di osservare come vengono e devono essere applicati i concetti di ludicità e di gioco intesi rispettivamente come la carica vitale in cui si integrano forti spinte motivazionali intrinseche e la modalità strategica per il raggiungimento di mete educative e di abilità linguistiche. Dalla nostra sperimentazione risulta che la didattica dell’italiano attraverso il calcio implica due caratteristiche fondamentali: gli spazi in cui avviene la comunicazione didattica (aula, terreno di gioco) e gli ambiti a cui si riferisce la comunicazione didattica (linguistico e motorio). Forte di questo contesto dinamico, per proporre dei percorsi motivanti e con risultati soddisfacenti, insegnare italiano a calciatori stranieri presuppone, alla luce dei risultati della ricerca, una didattica ludica, multisensoriale, modulare, interculturale, orientata all’azione (calcistica) e sviluppata attraverso percorsi flessibili, nella cornice di un apprendimento cooperativo.File | Dimensione | Formato | |
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