: Nel contributo si analizzano i riferimenti a vestiti e accessori nell’opera di Natalia Ginzburg, attraverso l’analisi di alcuni testi particolarmente significativi da questo punto di vista. La scrittrice presta spesso attenzione all’abbigliamento e non di rado si avvale proprio di un elemento del vestiario per caratterizzare i personaggi. Lo si vede bene fin dal primo romanzo, La strada che va in città, la cui protagonista e voce narrante, una ragazza inquieta, proietta sul guardaroba desideri e insoddisfazioni. Anche nei racconti È stato così, Valentino e Sagittario le mise contribuiscono a delineare e talvolta a contrapporre le figure dei vari personaggi. In Lessico famigliare i vestiti fanno parte della memoria e quindi delle frasi di famiglia, si pensi alla nonna materna, della quale si tramanda che abbia voluto sposarsi “anche perché desiderava farsi, per l’inverno, un cappottino di velluto nero” o alla madre (Lidia Tanzi), che ripete ad esempio “Tutta di lana Lidia” (riprendendo la frase di una compagna di collegio) o “Io ai miei figli, quando hanno un vestito nuovo gli voglio più bene”. Nelle pagine di Natalia Ginzburg, il campo semantico del vestiario ha quindi un forte rilievo: è fatto di quelle parole concrete così care all’autrice, parole che possono essere ora semplici e comuni, ora più specifiche e ricercate, ma comunque mai insignificanti o superflue.

Vestiti e accessori nelle opere di Natalia Ginzburg

MATTARUCCO G
2022-01-01

Abstract

: Nel contributo si analizzano i riferimenti a vestiti e accessori nell’opera di Natalia Ginzburg, attraverso l’analisi di alcuni testi particolarmente significativi da questo punto di vista. La scrittrice presta spesso attenzione all’abbigliamento e non di rado si avvale proprio di un elemento del vestiario per caratterizzare i personaggi. Lo si vede bene fin dal primo romanzo, La strada che va in città, la cui protagonista e voce narrante, una ragazza inquieta, proietta sul guardaroba desideri e insoddisfazioni. Anche nei racconti È stato così, Valentino e Sagittario le mise contribuiscono a delineare e talvolta a contrapporre le figure dei vari personaggi. In Lessico famigliare i vestiti fanno parte della memoria e quindi delle frasi di famiglia, si pensi alla nonna materna, della quale si tramanda che abbia voluto sposarsi “anche perché desiderava farsi, per l’inverno, un cappottino di velluto nero” o alla madre (Lidia Tanzi), che ripete ad esempio “Tutta di lana Lidia” (riprendendo la frase di una compagna di collegio) o “Io ai miei figli, quando hanno un vestito nuovo gli voglio più bene”. Nelle pagine di Natalia Ginzburg, il campo semantico del vestiario ha quindi un forte rilievo: è fatto di quelle parole concrete così care all’autrice, parole che possono essere ora semplici e comuni, ora più specifiche e ricercate, ma comunque mai insignificanti o superflue.
2022
979-12-5980-158-6
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