«Iddio Benedetto ama tutte le Creature, ma particolarmente la Donna e poi l’uomo, bench’egli non lo meriti»: si apre così – senza giri di parole e dichiarando in apertura il posizionamento ‘ideologico’ della sua autrice – il Paradiso monacale, trattato della veneziana Elena Tarabotti (Arcangela dopo i voti claustrali). Del profilo biografico di questa interessante personalità intellettuale vissuta a Venezia tra il 1604 e il 1652 sappiamo ormai non poco, grazie a un interesse che, inizialmente connesso alla ricostruzione di ambito storico e sociologico della condizione monacale tra Cinque e Seicento, ha poi avuto il pregio di recuperare all’attenzione degli studiosi singole, peculiari figure femminili. Il Paradiso monacale, trattatello in tre libri composto tra il 1634 e il 1636, viene dato alle stampe a Venezia nel 1643 per i tipi di Guglielmo Oddoni grazie all’interessamento di tre autorevoli personaggi, tutti in vario modo riconducibili alla nota e prestigiosa Accademia veneziana degli Incogniti. Il saggio indaga la fitta opera di promozione intellettuale del trattato ‘ordita’ dalla scrittrice anche attraverso gli scambi epistolari.
Il Paradiso monacale (1643) di Arcangela Tarabotti: un esempio di autopromozione nella Venezia del Seicento
SPERA Lucinda
2019-01-01
Abstract
«Iddio Benedetto ama tutte le Creature, ma particolarmente la Donna e poi l’uomo, bench’egli non lo meriti»: si apre così – senza giri di parole e dichiarando in apertura il posizionamento ‘ideologico’ della sua autrice – il Paradiso monacale, trattato della veneziana Elena Tarabotti (Arcangela dopo i voti claustrali). Del profilo biografico di questa interessante personalità intellettuale vissuta a Venezia tra il 1604 e il 1652 sappiamo ormai non poco, grazie a un interesse che, inizialmente connesso alla ricostruzione di ambito storico e sociologico della condizione monacale tra Cinque e Seicento, ha poi avuto il pregio di recuperare all’attenzione degli studiosi singole, peculiari figure femminili. Il Paradiso monacale, trattatello in tre libri composto tra il 1634 e il 1636, viene dato alle stampe a Venezia nel 1643 per i tipi di Guglielmo Oddoni grazie all’interessamento di tre autorevoli personaggi, tutti in vario modo riconducibili alla nota e prestigiosa Accademia veneziana degli Incogniti. Il saggio indaga la fitta opera di promozione intellettuale del trattato ‘ordita’ dalla scrittrice anche attraverso gli scambi epistolari.File | Dimensione | Formato | |
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