A partire dal 1956 Calvino aveva affidato i suoi ricordi a una serie di testi occasionali, nati da interviste, da indagini di giornalisti o di scrittori: frammenti di cui egli non si sentiva però soddisfatto. Tra gli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta le sue carte conservano invece traccia di alcuni più precisi progetti autobiografici, tesi a mettere a punto tecniche per un processo di depurazione della memoria e dei suoi procedimenti di recupero. Tra quelli che giungeranno a maturazione si distinguono i due scritti oggetto di indagine: La strada di San Giovanni e Dall’opaco. Composte a nove anni di distanza (1962 la prima, 1971 l’altra) queste prose risultano esemplari per l’omogeneità delle tematiche – il medesimo grumo di memoria, costituito dal paesaggio ligure come ambiente archetipico e dal rapporto col padre –, per specularità delle soluzioni adottate per la loro resa, tanto da indurre Esther Calvino, nel 1990, a collocarli rispettivamente in apertura e chiusura della raccolta postuma che prende il titolo dal primo di essi e, infine, per l’appartenenza a un medesimo progetto intellettuale.
Calvino e il «dolore della memoria»
Spera Lucinda
2011-01-01
Abstract
A partire dal 1956 Calvino aveva affidato i suoi ricordi a una serie di testi occasionali, nati da interviste, da indagini di giornalisti o di scrittori: frammenti di cui egli non si sentiva però soddisfatto. Tra gli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta le sue carte conservano invece traccia di alcuni più precisi progetti autobiografici, tesi a mettere a punto tecniche per un processo di depurazione della memoria e dei suoi procedimenti di recupero. Tra quelli che giungeranno a maturazione si distinguono i due scritti oggetto di indagine: La strada di San Giovanni e Dall’opaco. Composte a nove anni di distanza (1962 la prima, 1971 l’altra) queste prose risultano esemplari per l’omogeneità delle tematiche – il medesimo grumo di memoria, costituito dal paesaggio ligure come ambiente archetipico e dal rapporto col padre –, per specularità delle soluzioni adottate per la loro resa, tanto da indurre Esther Calvino, nel 1990, a collocarli rispettivamente in apertura e chiusura della raccolta postuma che prende il titolo dal primo di essi e, infine, per l’appartenenza a un medesimo progetto intellettuale.File | Dimensione | Formato | |
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