In questo intervento si propone una lettura mirata di due opere significative del ruolo assunto nel romanzo italiano del Seicento dal riferimento a episodi della storia inglese cinque-secentesca: la Rosalinda di Bernardo Morando, pubblicata nel 1650 e la Marchesa d’Hunsleij di Antonio Lupis, apparsa a stampa nel 1677. Entrambi i romanzi hanno goduto di un ampio successo di pubblico, testimoniato dalle numerose ristampe, che si è protratto sino al primo ventennio del Settecento; entrambi hanno segnato una delle tappe di quell’interesse verso le vicende politiche e religiose inglesi che nel Seicento ha caratterizzato gli ambienti intellettuali italiani e che ha avuto esiti non trascurabili tanto nell’ambito storiografico quanto in quello narrativo.
Una sfida secentesca: la legittimazione del romanzo attraverso la storia
SPERA LUCINDA
2011-01-01
Abstract
In questo intervento si propone una lettura mirata di due opere significative del ruolo assunto nel romanzo italiano del Seicento dal riferimento a episodi della storia inglese cinque-secentesca: la Rosalinda di Bernardo Morando, pubblicata nel 1650 e la Marchesa d’Hunsleij di Antonio Lupis, apparsa a stampa nel 1677. Entrambi i romanzi hanno goduto di un ampio successo di pubblico, testimoniato dalle numerose ristampe, che si è protratto sino al primo ventennio del Settecento; entrambi hanno segnato una delle tappe di quell’interesse verso le vicende politiche e religiose inglesi che nel Seicento ha caratterizzato gli ambienti intellettuali italiani e che ha avuto esiti non trascurabili tanto nell’ambito storiografico quanto in quello narrativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.