Nel corso del Seicento una parte rilevante delle problematiche teoriche e retoriche, oltre che sociologiche, che hanno attraversato e rivoluzionato la molteplicità delle scritture barocche è passata per gli apparati prefatori. Lo studio indaga alcuni nodi centrali nel percorso di acquisizione di prestigio e fama di Giovan Francesco Loredano – scrittore veneziano - cronologicamente collocati nel trentennio 1634-’62. In particolare, si individuano i modi e i canali attraverso cui gli input forniti da questo intellettuale per la delineazione della propria immagine vengono resi all’interno di contesti, strumenti e tipologie di scrittura anche molto diversi tra loro, tutti però inequivocabilmente tesi al raggiungimento di un unico obiettivo: alimentare e dare corpo a un’ambizione smisurata, costruire un mito intorno al suo personaggio e farlo diventare in vita “ex ignoto notus”, come recitava il motto della sua accademia. L’analisi prende avvio da dediche e testi poetici a lui indirizzati - collocati per lo più in posizione paratestuale all’interno dell’eclettica produzione letteraria di taluni degli scrittori che gravitavano intorno all'Accademia degli Incogniti - sino ad arrivare alle biografie scritte da Gaudenzio Brunacci (1662) e Antonio Lupis (1663).
Giovan Francesco Loredano e la fabbrica del consenso
SPERA LUCINDA
2011-01-01
Abstract
Nel corso del Seicento una parte rilevante delle problematiche teoriche e retoriche, oltre che sociologiche, che hanno attraversato e rivoluzionato la molteplicità delle scritture barocche è passata per gli apparati prefatori. Lo studio indaga alcuni nodi centrali nel percorso di acquisizione di prestigio e fama di Giovan Francesco Loredano – scrittore veneziano - cronologicamente collocati nel trentennio 1634-’62. In particolare, si individuano i modi e i canali attraverso cui gli input forniti da questo intellettuale per la delineazione della propria immagine vengono resi all’interno di contesti, strumenti e tipologie di scrittura anche molto diversi tra loro, tutti però inequivocabilmente tesi al raggiungimento di un unico obiettivo: alimentare e dare corpo a un’ambizione smisurata, costruire un mito intorno al suo personaggio e farlo diventare in vita “ex ignoto notus”, come recitava il motto della sua accademia. L’analisi prende avvio da dediche e testi poetici a lui indirizzati - collocati per lo più in posizione paratestuale all’interno dell’eclettica produzione letteraria di taluni degli scrittori che gravitavano intorno all'Accademia degli Incogniti - sino ad arrivare alle biografie scritte da Gaudenzio Brunacci (1662) e Antonio Lupis (1663).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.