La prima parte del saggio analizza le peculiarità linguistiche della suora, mostrando come alle caratteristiche che si è soliti attribuire alla produzione dei semicolti, in particolare una deficitaria competenza interpuntiva, facciano qui da contraltare tratti che vanno nella direzione di un’alfabetizzazione più matura: notevole regolarità nella resa dei morfemi e nell’espressione degli accordi grammaticali, sostanziale correttezza nella distribuzione fra consonanti scempie e doppie, uso non infrequente e quasi sempre appropriato di congiuntivi e condizionali, anche in combinazione nel periodo ipotetico. La seconda parte del lavoro è dedicata alla prassi interpuntiva di Leonarda, chiamata a punteggiare le proprie lettere in un periodo, il primo Ottocento, nel quale la norma e l’uso – anche “alto” – erano soggetti ad ampie oscillazioni. Di qui il ricorso a una soluzione individuale, che prevede l’impiego della virgola prima di determinate parole, indipendentemente dallo statuto grammaticale e dalla funzione sintattica di queste ultime: così, per esempio, troviamo la virgola non solo prima di e congiunzione (grafia: e / è), ma anche prima della voce verbale è, che nell’incertezza grafica della scrivente può essere rappresentata come la congiunzione (e / è). A partire dalle precedenti considerazioni, il lavoro evidenzia come sia riduttivo e fuorviante il ricorso all’etichetta di semicolto per una tipologia di scriventi nei quali, come in Leonarda, tratti definibili “popolari” convivono – quasi sempre numericamente minoritari – con tratti non marcati; senza contare che alcuni elementi a prima vista rubricabili come “popolari” devono essere almeno in parte ridimensionati quando posti a confronto con gli usi di persone sicuramente acculturate. Allora è forse preferibile esprimersi in termini di “alfabetizzazione imperfetta”, formula che mette in risalto la compresenza di porzioni della norma padroneggiate allato ad altre in parte o per niente assimilate: una condizione piuttosto frequente presso gli scriventi non professionali del periodo preunitario, prima che la censura di stampo scolastico agisse in senso livellatore.
Alfabetizzazione imperfetta: strategie interpuntive nelle lettere di suor Maria Leonarda
BIASCI G
2004-01-01
Abstract
La prima parte del saggio analizza le peculiarità linguistiche della suora, mostrando come alle caratteristiche che si è soliti attribuire alla produzione dei semicolti, in particolare una deficitaria competenza interpuntiva, facciano qui da contraltare tratti che vanno nella direzione di un’alfabetizzazione più matura: notevole regolarità nella resa dei morfemi e nell’espressione degli accordi grammaticali, sostanziale correttezza nella distribuzione fra consonanti scempie e doppie, uso non infrequente e quasi sempre appropriato di congiuntivi e condizionali, anche in combinazione nel periodo ipotetico. La seconda parte del lavoro è dedicata alla prassi interpuntiva di Leonarda, chiamata a punteggiare le proprie lettere in un periodo, il primo Ottocento, nel quale la norma e l’uso – anche “alto” – erano soggetti ad ampie oscillazioni. Di qui il ricorso a una soluzione individuale, che prevede l’impiego della virgola prima di determinate parole, indipendentemente dallo statuto grammaticale e dalla funzione sintattica di queste ultime: così, per esempio, troviamo la virgola non solo prima di e congiunzione (grafia: e / è), ma anche prima della voce verbale è, che nell’incertezza grafica della scrivente può essere rappresentata come la congiunzione (e / è). A partire dalle precedenti considerazioni, il lavoro evidenzia come sia riduttivo e fuorviante il ricorso all’etichetta di semicolto per una tipologia di scriventi nei quali, come in Leonarda, tratti definibili “popolari” convivono – quasi sempre numericamente minoritari – con tratti non marcati; senza contare che alcuni elementi a prima vista rubricabili come “popolari” devono essere almeno in parte ridimensionati quando posti a confronto con gli usi di persone sicuramente acculturate. Allora è forse preferibile esprimersi in termini di “alfabetizzazione imperfetta”, formula che mette in risalto la compresenza di porzioni della norma padroneggiate allato ad altre in parte o per niente assimilate: una condizione piuttosto frequente presso gli scriventi non professionali del periodo preunitario, prima che la censura di stampo scolastico agisse in senso livellatore.File | Dimensione | Formato | |
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