Questo saggio (con gli annessi apparati: schede, corpus documentario, inventario) ricostruisce per la prima volta con rigore filologico il corpus del Bernini pittore, offrendo dunque l’opportunità di conoscere un artista nuovo ed originale, che ebbe in dono di vedere la vita con occhi non lontani da quelli di Velázquez e Rembrandt, e che finì col lasciare alle generazioni future un ritratto della condizione umana troppo moderno per essere compreso dai suoi contemporanei. In nessun campo come nella pittura, il più grande artista dell’Italia del Seicento è libero dai condizionamenti della società. Bernini traduce questa libertà in una tecnica veloce ed impressionistica. Come nella tradizione veneta e in quella caravaggesca, i suoi quadri sono eseguiti senza disegno preparatorio, ed egli si concentra più sul colore, sulla luce e sulla sfida di fermare gli aspetti più sfuggenti della realtà, che non su problemi di composizione o narrazione. Non avendo a che fare con un committente, Bernini può abbandonare il lavoro quando gli sembra d’aver raggiunto i risultati che desidera: di qui l’aspetto abbozzato di molte delle sue opere. Ed è alla stessa libertà che Bernini deve la possibilità di non occuparsi del costume, e di trascurare le convenzioni e perfino il decoro. Nella tensione a fermare per sempre un momento qualunque di una persona qualunque, in questa profonda passione per eternare nei colori e nella luce il volto di garzoni, di giovani artisti, addirittura di bambini e di donne non aristocratici (che era quasi dire il volto di nessuno) sentiamo una modernità che la meravigliosa scultura di Bernini – così felicemente abbarbicata ai valori contemporanei – non conosce, e che getta invece inconsapevolmente un ponte verso il futuro della storia dell’arte. Il fatto che il massimo rappresentante di un sistema artistico tutto sbilanciato verso la retorica pubblica delle grandi imprese celebrative coltivasse privatamente proprio una pittura libera, personale e di stampo borghese induce a riflettere sulle contraddizioni e sulla vitale multiformità della situazione storica italiana.

Bernini pittore

MONTANARI, TOMASO
2007-01-01

Abstract

Questo saggio (con gli annessi apparati: schede, corpus documentario, inventario) ricostruisce per la prima volta con rigore filologico il corpus del Bernini pittore, offrendo dunque l’opportunità di conoscere un artista nuovo ed originale, che ebbe in dono di vedere la vita con occhi non lontani da quelli di Velázquez e Rembrandt, e che finì col lasciare alle generazioni future un ritratto della condizione umana troppo moderno per essere compreso dai suoi contemporanei. In nessun campo come nella pittura, il più grande artista dell’Italia del Seicento è libero dai condizionamenti della società. Bernini traduce questa libertà in una tecnica veloce ed impressionistica. Come nella tradizione veneta e in quella caravaggesca, i suoi quadri sono eseguiti senza disegno preparatorio, ed egli si concentra più sul colore, sulla luce e sulla sfida di fermare gli aspetti più sfuggenti della realtà, che non su problemi di composizione o narrazione. Non avendo a che fare con un committente, Bernini può abbandonare il lavoro quando gli sembra d’aver raggiunto i risultati che desidera: di qui l’aspetto abbozzato di molte delle sue opere. Ed è alla stessa libertà che Bernini deve la possibilità di non occuparsi del costume, e di trascurare le convenzioni e perfino il decoro. Nella tensione a fermare per sempre un momento qualunque di una persona qualunque, in questa profonda passione per eternare nei colori e nella luce il volto di garzoni, di giovani artisti, addirittura di bambini e di donne non aristocratici (che era quasi dire il volto di nessuno) sentiamo una modernità che la meravigliosa scultura di Bernini – così felicemente abbarbicata ai valori contemporanei – non conosce, e che getta invece inconsapevolmente un ponte verso il futuro della storia dell’arte. Il fatto che il massimo rappresentante di un sistema artistico tutto sbilanciato verso la retorica pubblica delle grandi imprese celebrative coltivasse privatamente proprio una pittura libera, personale e di stampo borghese induce a riflettere sulle contraddizioni e sulla vitale multiformità della situazione storica italiana.
2007
9788836609604
Bernini pittura ritratto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14091/3043
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