Una convenzione storiografica oramai consolidata individua nel trentennio che va dalla perdita di Negroponte del 1470 alla conclusione della guerra veneto-ottomana del 1499-1502 una fase di passaggio: per Venezia si chiude il periodo dell’espansione, della grande affermazione politica e commerciale nel Mediterraneo orientale ed inizia la lenta dissoluzione dello stato marittimo. Quella del 1470-1503 è una fase intermedia, segnata dalla rottura degli equilibri provocata dalla progressiva avanzata ottomana nella penisola balcanica e dalla ricerca di nuovi principi di stabilità, in cui i rapporti tra le due potenze vengono ridefiniti sulla base di capitoli di pace, oggetto in particolare del presente contributo. I Balcani occidentali diventano pertanto uno spazio di confronto e contrasto, nel quale la fissazione, seppur artificiale, di confini appare come il mezzo più immediato e forse più efficace per ristabilire gli equilibri compromessi. La dialettica, invero, trascende la stessa fissazione dei confini, configurandosi piuttosto nei termini di una opposizione fra due modelli di stato e tra diverse percezioni del territorio: da una parte lo spazio uniforme e continuo dell’impero ottomano; dall’altra quello discontinuo e flessibile della Repubblica veneziana.
Tra Venezia e impero ottomano. Paci e confini nei Balcani occidentali (secc. XV-XVI)
ORLANDO E
2009-01-01
Abstract
Una convenzione storiografica oramai consolidata individua nel trentennio che va dalla perdita di Negroponte del 1470 alla conclusione della guerra veneto-ottomana del 1499-1502 una fase di passaggio: per Venezia si chiude il periodo dell’espansione, della grande affermazione politica e commerciale nel Mediterraneo orientale ed inizia la lenta dissoluzione dello stato marittimo. Quella del 1470-1503 è una fase intermedia, segnata dalla rottura degli equilibri provocata dalla progressiva avanzata ottomana nella penisola balcanica e dalla ricerca di nuovi principi di stabilità, in cui i rapporti tra le due potenze vengono ridefiniti sulla base di capitoli di pace, oggetto in particolare del presente contributo. I Balcani occidentali diventano pertanto uno spazio di confronto e contrasto, nel quale la fissazione, seppur artificiale, di confini appare come il mezzo più immediato e forse più efficace per ristabilire gli equilibri compromessi. La dialettica, invero, trascende la stessa fissazione dei confini, configurandosi piuttosto nei termini di una opposizione fra due modelli di stato e tra diverse percezioni del territorio: da una parte lo spazio uniforme e continuo dell’impero ottomano; dall’altra quello discontinuo e flessibile della Repubblica veneziana.File | Dimensione | Formato | |
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