A partire da una selezione di casi espositivi ospitati dal 1970 al 1973 presso gli spazi della Galleria dell’Ariete di Milano lo studio indaga i diversi formati in cui la ricerca fotografica di Ugo Mulas è stata presentata e promossa da Beatrice Monti della Corte negli ultimi tre anni di vita del fotografo. Obiettivo della ricerca è quello di ripercorrere, in un contesto che ha esposto le sperimentazioni più aggiornate del decennio, la graduale affermazione tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta di un mercato per la fotografia grazie alla progressiva evoluzione del lavoro di Mulas dal campo della documentazione artistica a quello dell’opera. L’analisi è centrata sulla mostra dedicata alle sue Verifiche organizzata nel dicembre del 1971 presso l’Ariete Grafica, un piccolo spazio prospiciente la medesima corte in cui si affaccia la Galleria dell’Ariete, dove a partire dal 1970 Beatrice Monti espone insieme a Giuliana Soprani edizioni e multipli commissionati ad artisti. Questo caso di studio rappresenta l’avvio di una nuova stagione nella collaborazione tra la gallerista e il fotografo, che documenta sin dalla seconda metà degli anni Cinquanta le attività dell’Ariete, ritraendo le opere e gli artisti, e fotografandone le mostre attraverso la puntuale registrazione di ogni fase del progetto espositivo, dall’allestimento alla sua inaugurazione. Nel triennio preso in esame, parallelamente all’affermazione delle ricerche concettuali, si assiste a una graduale traslazione nell’azione documentaria di Mulas del processo creativo: il fotografo diventa protagonista, e rispetto alla registrazione in studio degli anni sessanta inizia a documentare le performance in galleria così contribuendo ad integrare sempre più strutturalmente la fotografia nella sperimentazione artistica. Tra il marzo e l’aprile del 1970, fotografando l’azione di Michelangelo Pistoletto insieme a Maria Pioppi, Tommaso Trini e Franca Sacchi, in occasione della personale dell’artista all’Ariete intitolata Tutte le donne, lui stesso viene più volte ritratto negli scatti di Giorgio Colombo come nuovo attore nel processo di rifondazione del concetto di opera. Nell’aprile del 1971, poco prima della propria personale, curerà poi il catalogo della mostra di Pietro Consagra confermando un nuovo peso della fotografia nel formato espositivo del libro. Dopo la pubblicazione per le edizioni dell’Ariete Grafica del suo portfolio con le Verifiche 1 e 2, il suo lavoro fotografico è infine presentato a giugno del 1973 nello stand della galleria in occasione di Basel Internationale Kunstmesse accanto alle opere degli stessi artisti da lui documentati nel decennio precedente. L’indagine sarà sviluppata grazie alla consultazione di materiali documentari custoditi presso l’archivio della Galleria dell’Ariete nelle Special Collections del Getty Research Institute, e negli archivi fotografici di Beatrice Monti della Corte e di Giorgio Colombo.
Ugo Mulas e la Galleria dell’Ariete: nascita di un mercato per la fotografia a Milano (1970-1973)
C. Toschi
2024-01-01
Abstract
A partire da una selezione di casi espositivi ospitati dal 1970 al 1973 presso gli spazi della Galleria dell’Ariete di Milano lo studio indaga i diversi formati in cui la ricerca fotografica di Ugo Mulas è stata presentata e promossa da Beatrice Monti della Corte negli ultimi tre anni di vita del fotografo. Obiettivo della ricerca è quello di ripercorrere, in un contesto che ha esposto le sperimentazioni più aggiornate del decennio, la graduale affermazione tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta di un mercato per la fotografia grazie alla progressiva evoluzione del lavoro di Mulas dal campo della documentazione artistica a quello dell’opera. L’analisi è centrata sulla mostra dedicata alle sue Verifiche organizzata nel dicembre del 1971 presso l’Ariete Grafica, un piccolo spazio prospiciente la medesima corte in cui si affaccia la Galleria dell’Ariete, dove a partire dal 1970 Beatrice Monti espone insieme a Giuliana Soprani edizioni e multipli commissionati ad artisti. Questo caso di studio rappresenta l’avvio di una nuova stagione nella collaborazione tra la gallerista e il fotografo, che documenta sin dalla seconda metà degli anni Cinquanta le attività dell’Ariete, ritraendo le opere e gli artisti, e fotografandone le mostre attraverso la puntuale registrazione di ogni fase del progetto espositivo, dall’allestimento alla sua inaugurazione. Nel triennio preso in esame, parallelamente all’affermazione delle ricerche concettuali, si assiste a una graduale traslazione nell’azione documentaria di Mulas del processo creativo: il fotografo diventa protagonista, e rispetto alla registrazione in studio degli anni sessanta inizia a documentare le performance in galleria così contribuendo ad integrare sempre più strutturalmente la fotografia nella sperimentazione artistica. Tra il marzo e l’aprile del 1970, fotografando l’azione di Michelangelo Pistoletto insieme a Maria Pioppi, Tommaso Trini e Franca Sacchi, in occasione della personale dell’artista all’Ariete intitolata Tutte le donne, lui stesso viene più volte ritratto negli scatti di Giorgio Colombo come nuovo attore nel processo di rifondazione del concetto di opera. Nell’aprile del 1971, poco prima della propria personale, curerà poi il catalogo della mostra di Pietro Consagra confermando un nuovo peso della fotografia nel formato espositivo del libro. Dopo la pubblicazione per le edizioni dell’Ariete Grafica del suo portfolio con le Verifiche 1 e 2, il suo lavoro fotografico è infine presentato a giugno del 1973 nello stand della galleria in occasione di Basel Internationale Kunstmesse accanto alle opere degli stessi artisti da lui documentati nel decennio precedente. L’indagine sarà sviluppata grazie alla consultazione di materiali documentari custoditi presso l’archivio della Galleria dell’Ariete nelle Special Collections del Getty Research Institute, e negli archivi fotografici di Beatrice Monti della Corte e di Giorgio Colombo.File | Dimensione | Formato | |
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