Quando nel 1904 la scrittrice e studiosa americana pubblicò “Italian Villas and their Gardens”, sulle colline di Firenze viveva un’eccentrica colonia di esuli inglesi e ameri- cani. Intellettuali, scrittori, studiosi e connoisseur avevano trovato in Toscana il luogo adatto per vivere a stretto contatto con la natura, l’arte e la storia: furono loro ad avviare i restauri di alcuni giardini formali “all’italiana”, che, dopo secoli di abbandono, avevano ormai perso la loro “magia”, usando le parole di Wharton. Dall’attività degli angloame- ricani residenti a Firenze nacque un crescente interesse per gli “Old Italian Gardens” e, nel volgere di una trentina d’anni, fu pubblicata una sorprendente quantità di saggi e trattati dedicati ai giardini storici italiani. I cosiddetti “garden books” scritti da autori anglosassoni avevano un carattere prettamente operativo: il loro obiettivo era quello di comprendere i “metodi” e i “principi” degli architetti rinascimentali, per adattarli alle necessità del mondo contemporaneo e costruire ancora “grandi giardini”, come scrisse l’intellettuale inglese Sir George Sitwell, proprietario del Castello di Montegufoni e au- tore di "On the Making of Gardens (...)" (1909). Analizzando alcuni dei “garden books” pubblicati tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, questo intervento intende prende- re in esame il contributo della comunità angloamericana nella riscoperta del giardino storico all’italiana.
“If the world is to make great gardens again…”: Gli esuli angloamericani, i ‘garden books’ e la riscoperta del giardino italiano (1894-1931)
Lorenzo Fecchio
2023-01-01
Abstract
Quando nel 1904 la scrittrice e studiosa americana pubblicò “Italian Villas and their Gardens”, sulle colline di Firenze viveva un’eccentrica colonia di esuli inglesi e ameri- cani. Intellettuali, scrittori, studiosi e connoisseur avevano trovato in Toscana il luogo adatto per vivere a stretto contatto con la natura, l’arte e la storia: furono loro ad avviare i restauri di alcuni giardini formali “all’italiana”, che, dopo secoli di abbandono, avevano ormai perso la loro “magia”, usando le parole di Wharton. Dall’attività degli angloame- ricani residenti a Firenze nacque un crescente interesse per gli “Old Italian Gardens” e, nel volgere di una trentina d’anni, fu pubblicata una sorprendente quantità di saggi e trattati dedicati ai giardini storici italiani. I cosiddetti “garden books” scritti da autori anglosassoni avevano un carattere prettamente operativo: il loro obiettivo era quello di comprendere i “metodi” e i “principi” degli architetti rinascimentali, per adattarli alle necessità del mondo contemporaneo e costruire ancora “grandi giardini”, come scrisse l’intellettuale inglese Sir George Sitwell, proprietario del Castello di Montegufoni e au- tore di "On the Making of Gardens (...)" (1909). Analizzando alcuni dei “garden books” pubblicati tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, questo intervento intende prende- re in esame il contributo della comunità angloamericana nella riscoperta del giardino storico all’italiana.File | Dimensione | Formato | |
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