Questo libro inizia dalla fine. Comincia, cioè, con l’analisi dell’ultimo capitolo delle Confessioni d’un Italiano d’Ippolito Nievo per poi affrontare problemi che attraversano tutto il romanzo. Sotto una nuova prospettiva storico-culturale, ci si propone di riconoscere nella storia di Giulio e, quindi, nell’ideologia di Nievo, un concetto d’italianità in rapporto con l’America dell’Indipendenza. Dunque, non solo a partire dal consolidato sistema di pensiero degli intellettuali del Risorgimento –cui il romanzo attinge in modo sorprendentemente eclettico-, bensì in funzione di un modello eroico che trascende le frontiere localistiche e territoriali per immergersi in un’avventura sudamericana di espiazione individuale e di libertà collettiva. Poi si passa ad un’indagine linguistico-stilistica sulla strutturazione e sull’uso delle figure retoriche dominanti nel testo: la similitudine, la metafora e il simbolo, ai fini di fare luce sul modo in cui la loro utilizzazione risponde a determinati contenuti non solo estetici dell’autore. In particolare, ci si chiede su quale idea di natura poggi il ricorso alla similitudine e fino a che punto le pagine centrali dell’Émile di Rousseau abbiano probabilmente influenzato anche il sistema retorico della letteratura nieviana. E, infine, in un approccio volutamente ermeneutico, si affronta la questione delle trasformazioni psicologiche dei due protagonisti, Carlo e la Pisana. Carlo lotta per la libertà dell’Italia, ma nel suo intimo combatte per raggiungere la propria libertà da una schiavitù sentimentale travolgente. La battaglia interiore che la narrazione di Carlo dispiega non è meno importante di quella fra gli Stati. Tale è il nodo delle Confessioni in quanto romanzo di formazione. La trasformazione di Carlo e della Pisana –cioè, la maturazione delle loro personalità a partire dall’esperienza fondante e indelebile dell’infanzia– appare il problema più complesso del romanzo.
Patria e psiche. Saggio su Ippolito Nievo
Patat A.
2009-01-01
Abstract
Questo libro inizia dalla fine. Comincia, cioè, con l’analisi dell’ultimo capitolo delle Confessioni d’un Italiano d’Ippolito Nievo per poi affrontare problemi che attraversano tutto il romanzo. Sotto una nuova prospettiva storico-culturale, ci si propone di riconoscere nella storia di Giulio e, quindi, nell’ideologia di Nievo, un concetto d’italianità in rapporto con l’America dell’Indipendenza. Dunque, non solo a partire dal consolidato sistema di pensiero degli intellettuali del Risorgimento –cui il romanzo attinge in modo sorprendentemente eclettico-, bensì in funzione di un modello eroico che trascende le frontiere localistiche e territoriali per immergersi in un’avventura sudamericana di espiazione individuale e di libertà collettiva. Poi si passa ad un’indagine linguistico-stilistica sulla strutturazione e sull’uso delle figure retoriche dominanti nel testo: la similitudine, la metafora e il simbolo, ai fini di fare luce sul modo in cui la loro utilizzazione risponde a determinati contenuti non solo estetici dell’autore. In particolare, ci si chiede su quale idea di natura poggi il ricorso alla similitudine e fino a che punto le pagine centrali dell’Émile di Rousseau abbiano probabilmente influenzato anche il sistema retorico della letteratura nieviana. E, infine, in un approccio volutamente ermeneutico, si affronta la questione delle trasformazioni psicologiche dei due protagonisti, Carlo e la Pisana. Carlo lotta per la libertà dell’Italia, ma nel suo intimo combatte per raggiungere la propria libertà da una schiavitù sentimentale travolgente. La battaglia interiore che la narrazione di Carlo dispiega non è meno importante di quella fra gli Stati. Tale è il nodo delle Confessioni in quanto romanzo di formazione. La trasformazione di Carlo e della Pisana –cioè, la maturazione delle loro personalità a partire dall’esperienza fondante e indelebile dell’infanzia– appare il problema più complesso del romanzo.File | Dimensione | Formato | |
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