Nel 1971, Natalia Ginzburg scrive a Mariella Villaroel Linder contestando le note preparate da quest’ultima in vista di un’edizione di Lessico famigliare nella collana einaudiana «Letture per la scuola media». L’autrice afferma che chi vuole far leggere a scuola il suo libro deve prenderlo «così come è»: non servono note per evidenziare gli scarti rispetto all’italiano standard. Secondo lei, la sola legge da seguire è la chiarezza; «il figlio di un contadino pugliese» non avrà problemi di fronte alle forme del parlato presenti nel romanzo, sono i docenti che devono superare le inibizioni e i retaggi della grammatica tradizionale. Mariella Linder replica che il linguaggio rappresenta «una convenzione» da rispettare ed è «onesto insegnarlo proprio a chi nelle sgrammaticature sguazza e ha, so¬lamente a scuola, la possibilità di apprenderlo». L’edizione scolastica di Lessico famigliare uscirà quindi con note firmate da Dora Cimara, nel 1972. Lo scambio di lettere che testimonia l’opposizione insanabile tra Natalia Ginzburg e Mariella Linder offre vari spunti di riflessione in quanto tuttora in Italia per molti ragazzi (oggi anche di madrelingua straniera) la scuola è l’unico luogo di scoperta ed educazione linguistica: quale canone è opportuno privilegiare? e fino a che punto l’approccio può essere descrittivo e non normativo?
Lessico famigliare a scuola: una disputa che fa ancora riflettere
Giada Mattarucco
2024-01-01
Abstract
Nel 1971, Natalia Ginzburg scrive a Mariella Villaroel Linder contestando le note preparate da quest’ultima in vista di un’edizione di Lessico famigliare nella collana einaudiana «Letture per la scuola media». L’autrice afferma che chi vuole far leggere a scuola il suo libro deve prenderlo «così come è»: non servono note per evidenziare gli scarti rispetto all’italiano standard. Secondo lei, la sola legge da seguire è la chiarezza; «il figlio di un contadino pugliese» non avrà problemi di fronte alle forme del parlato presenti nel romanzo, sono i docenti che devono superare le inibizioni e i retaggi della grammatica tradizionale. Mariella Linder replica che il linguaggio rappresenta «una convenzione» da rispettare ed è «onesto insegnarlo proprio a chi nelle sgrammaticature sguazza e ha, so¬lamente a scuola, la possibilità di apprenderlo». L’edizione scolastica di Lessico famigliare uscirà quindi con note firmate da Dora Cimara, nel 1972. Lo scambio di lettere che testimonia l’opposizione insanabile tra Natalia Ginzburg e Mariella Linder offre vari spunti di riflessione in quanto tuttora in Italia per molti ragazzi (oggi anche di madrelingua straniera) la scuola è l’unico luogo di scoperta ed educazione linguistica: quale canone è opportuno privilegiare? e fino a che punto l’approccio può essere descrittivo e non normativo?File | Dimensione | Formato | |
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