Nell'animato nucleo popolare della piazza i diversi dialetti d'Italia si manifestano da sempre con la spontaneità e la concretezza del linguaggio legate alle cose di tutti i giorni. Anche i nomi delle merci esposte hanno un nome diverso da regione a regione, dando origine a quelli che la linguistica definisce geosinonimi o "sinonimi territoriali". I geosinonimi interessano buona parte del vocabolario comune e materiale. Tale frammentazione lessicale, connaturata alla storia policentrica della lingua italiana, si è progressivamente attenuata negli ultimi decenni. Ma ancora nell'Ottocento il pullulare dei sinonimi regionali era tale da destare la preoccupazione di Alessandro Manzoni, che vi coglieva un ostacolo alla realizzazione dell'agognata unità linguistica del Paese. Nella nota Lettera al lessicografo Giacinto Carena (1847), Manzoni osservava come ai toscani piselli corrispondessero, a discapito della comune identità linguistica, numerose varianti: «alcuni di noi [li] chiamano erbion; altri, arveje; altri, rovaiott; altri, bisi; altri, pois; altri, poisci; altri con altri nomi ugualmente strani per una gran parte d'Italia». Coerentemente con la sua teoria, che auspicava l'uniformità e la precisa elezione del modello fiorentino anche per l'uso parlato e vivo, Manzoni sosteneva l'opportunità di una norma univoca. In tal senso polemizzava col Carena, che invece nel suo Vocabolario domestico aveva dato spazio ai sinonimi regionali. Trovando accanto alla voce Panna quattro altre denominazioni (fior di latte, capo di latte, cavo di latte, crema), il Manzoni obiettava: «Cosa ci giova, in questo caso, d'avere un'abile e esperta guida, se ci conduce a un crocicchio, e ci dice: prendete per dove vi piace?». L'unificazione linguistica ha favorito la spontanea riduzione dei geosinonimi (non sempre selezionando la variante toscana), che tuttavia sopravvivono in parecchi casi, contribuendo alla ricchezza e al colore del lessico italiano, in fondo senza compromettere la reciproca comprensione tra i parlanti delle diverse regioni.
Voci regionali sulla piazza del mercato
RICCI L
2008-01-01
Abstract
Nell'animato nucleo popolare della piazza i diversi dialetti d'Italia si manifestano da sempre con la spontaneità e la concretezza del linguaggio legate alle cose di tutti i giorni. Anche i nomi delle merci esposte hanno un nome diverso da regione a regione, dando origine a quelli che la linguistica definisce geosinonimi o "sinonimi territoriali". I geosinonimi interessano buona parte del vocabolario comune e materiale. Tale frammentazione lessicale, connaturata alla storia policentrica della lingua italiana, si è progressivamente attenuata negli ultimi decenni. Ma ancora nell'Ottocento il pullulare dei sinonimi regionali era tale da destare la preoccupazione di Alessandro Manzoni, che vi coglieva un ostacolo alla realizzazione dell'agognata unità linguistica del Paese. Nella nota Lettera al lessicografo Giacinto Carena (1847), Manzoni osservava come ai toscani piselli corrispondessero, a discapito della comune identità linguistica, numerose varianti: «alcuni di noi [li] chiamano erbion; altri, arveje; altri, rovaiott; altri, bisi; altri, pois; altri, poisci; altri con altri nomi ugualmente strani per una gran parte d'Italia». Coerentemente con la sua teoria, che auspicava l'uniformità e la precisa elezione del modello fiorentino anche per l'uso parlato e vivo, Manzoni sosteneva l'opportunità di una norma univoca. In tal senso polemizzava col Carena, che invece nel suo Vocabolario domestico aveva dato spazio ai sinonimi regionali. Trovando accanto alla voce Panna quattro altre denominazioni (fior di latte, capo di latte, cavo di latte, crema), il Manzoni obiettava: «Cosa ci giova, in questo caso, d'avere un'abile e esperta guida, se ci conduce a un crocicchio, e ci dice: prendete per dove vi piace?». L'unificazione linguistica ha favorito la spontanea riduzione dei geosinonimi (non sempre selezionando la variante toscana), che tuttavia sopravvivono in parecchi casi, contribuendo alla ricchezza e al colore del lessico italiano, in fondo senza compromettere la reciproca comprensione tra i parlanti delle diverse regioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.