Inizialmente il saggio riflette sulla difficoltà di circoscrivere i tratti identificativi di qualunque sistema linguistico, e in particolare della parlata di Roma, complessa, articolata e storicamente ricca di influenze esogene. Viene poi proposta l’integrazione di alcuni tratti linguistici che non figurano negli attuali inventari riguardanti la parlata capitolina, alcuni conseguenza di sviluppi innovativi del sistema, altri semplicemente sfuggiti alle attenzioni dei precedenti descrittori del repertorio romano. Il contributo si concentra quindi su due di questi tratti ignorati dalle attuali descrizioni del romanesco: da + infinito, per es. spero da venì, e il pronome ce in luogo del più noto esito romanesco se (per es. l’alternanza ce compramo / se compramo ‘ci compriamo’): i numerosi esempi addotti – alcuni dei quali prodotti dai poeti dell’Accademia romanesca – dimostrano che i tipi spero da venì e ce compramo, benché numericamente minoritari, sono ben presenti nel panorama linguistico romano contemporaneo.

Ancora sulla definizione del repertorio linguistico romano

Gianluca Biasci
2024-01-01

Abstract

Inizialmente il saggio riflette sulla difficoltà di circoscrivere i tratti identificativi di qualunque sistema linguistico, e in particolare della parlata di Roma, complessa, articolata e storicamente ricca di influenze esogene. Viene poi proposta l’integrazione di alcuni tratti linguistici che non figurano negli attuali inventari riguardanti la parlata capitolina, alcuni conseguenza di sviluppi innovativi del sistema, altri semplicemente sfuggiti alle attenzioni dei precedenti descrittori del repertorio romano. Il contributo si concentra quindi su due di questi tratti ignorati dalle attuali descrizioni del romanesco: da + infinito, per es. spero da venì, e il pronome ce in luogo del più noto esito romanesco se (per es. l’alternanza ce compramo / se compramo ‘ci compriamo’): i numerosi esempi addotti – alcuni dei quali prodotti dai poeti dell’Accademia romanesca – dimostrano che i tipi spero da venì e ce compramo, benché numericamente minoritari, sono ben presenti nel panorama linguistico romano contemporaneo.
2024
979-12-5496-182-7
romanesco, repertorio, Roma, dialetto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14091/11881
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